Ecco l’ultima frontiera dei rom. Le nuove truffe sui siti erotici
Una donna di origine rom è stata accusata di rapina dalla procura. Sul fondale di questa vicenda sono depositati dettagli che riguardano soprattutto vittime anziane, intercettate via internet e poi private dei loro averi anche grazie alla presunta complicità di almeno un’altra persona.
Ma si vocifera pure di una sorta di fenomeno allargato, che potrebbe presentare caratteristiche di strutturalità.
Irina Szas, queste sono le generalità di una dei protagonisti di questi fatti, aveva scelto la piattaforma di “Badoo”. Simulava di essere in cerca di un uomo con cui trascorrere la sua esistenza. Asseriva pure di essere un’operatrice di una ditta di pulizie e di essere nata in Bulgaria. Ma la vera finalità di queste azioni, stando alla ricostruzione riportata su IlMessaggero, era del tutto differente.
Gli sfortunati finiti nella trappola della rom, che aveva dimora presso il campo nomadi di via Salviati, venivano, con puntulità, rapinati da altri soggetti. La presentazione social della donna non lasciava spazio a troppe interpretazioni: “Cerco uomo tra i 66 e i 70 anni per una relazione sentimentale”. Ma dietro a questo escamotage c’era solo la falsa promessa di una vita passata in dolce compagnia.
Assieme alla ventinovenne è stato identificato anche Mirko Amitovic, che potrebbe aver svolto un ruolo chiave in questa storia. Ma pare che l’organizzazione fosse composta da più di due soggetti. Una prova sarebbe costituita da quanto rivelato da un settantenne, che avrebbe intuito la pericolosità della disponibilità di Irina, sfuggendo così a un primo raggiro. Lo stesso anziano sarebbe poi stato derubato, all’interno della propria abitazione, da altre due donne. Si può ipotizzare, insomma, che dietro queste truffe via internet ci sia una sorta di sistema o una prassi comune a più di un furfante. Non è chiaro se tutti i responsabili di quanto svelato dai malcapitati appartenessero allo stesso nucleo. Si sa che alcune vittime sono state persino narcotizzate.
Certo è che Irina non è la sola simulatrice. Sul quotidiano romano citato si legge che: “Altre finte bulgare che dopo aver chiesto un appuntamento in zona Anagnina per andare in pizzeria con il malcapitato lo hanno convinto a cenare a casa di lui, dove la macedonia è stata corretta con delle sostanze narcotizzanti”. La rom e l’altro complice, intanto, dovrebbero rispondere dinanzi alla giustizia di almeno quattro casi di rapina aggravata.