“Un gioco sadico e mortale”. Ecco il calvario di Desirée
Desirée ha trovato la morte tra le risate dei suoi aguzzini. Il branco che ha stordito la sedicenne per poi stuprarla e infine lasciarla morire da sola in agonia, ha compiuto quel gesto “per divertimento”.
È questo il quadro che emerge dall’inchiesta sull’omicidio di Desirée Mariottini. “L’hanno stuprata e uccisa per diverdimento e con crudeltà dopo averla imbottita di droghe e tranquillanti al culmine di un gioco sadico, perverso, letale”. Le parole del procuratore aggiunto Maria Monteleone e del pm Stefano Piazza lasciano poco spazio ad interpretazioni. Quello che emerge dal loro racconto è il quadro di un calvario che è durato ben 12 ore prima dell’appuntamento con la morte.
Come sottolinea il Messaggero, l’agonia di Desirée è stata lunga, lunghissima. La sedicenne ha dovuto fare i conti con lo stupro di gruppo quando probabilmente era già stordita, forse senza sensi, per l’assunsione di un cocktail di droghe e psicofarmaci. La ragazzina di fatto era nuda quando l’hanno trovata morta. Una sua amica, ascoltata tra i testimoni, ha affermato di averla coperta: “Mi faceva pena…”. Parole che pesa come un macigno su questo scenario dell’orrorre. Almeno 7-8 persone, secondo i racconti dei testimoni sarebbero state presenti sul luogo dell’omicidio. Gli aguzzini le davano dell’acqua per farla riprendere. Poi proseguiva il “gioco perverso”. Fino all’arrivo di un uomo di colore che le avrebbe detto “vieni con me”. Poi è arrivata un’altra persona. In gruppo hanno continuato ad abusare della ragazzina. In quel cantiere abbandonato dove la 16enne è andata incontro al suo destino…
IL GIORNALE.IT