Matteo Salvini, la nuova Lega: sovranista per statuto, addio ad Alberto da Giussano
La Lega dice definitamente addio a Umberto Bossi, salutando per sempre e per statuto la vecchia Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, sostituita dalla nuova Lega per Salvini premier. A volere il cambiamento – spiega Il Corriere della Sera – sono i soci fondatori: il ministro Lorenzo Fontana, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il tesoriere Giulio Centemero e Roberto Calderoli, oltre, ovviamente, al leader, Matteo Salvini. Sono proprio loro a rappresentare l’organo massimo del nuovo partito, il Consiglio federale, in attesa che vengano eletti i nuovi rappresentanti. Lo Statuto del nuovo partito è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 14 dicembre dello scorso anno e voci di corridoio sostenevano che sarebbe arrivato oggi – venerdì 26 ottobre, in occasione del consiglio federale – l’annuncio definitivo: “Sono tre mesi che non ci vediamo tutti insieme e dunque era venuto il momento”. Eppure sembra che Matteo Salvini si voglia limitare a fare il punto politico dopo la vittoria in Trentino e Alto Adige. Annuncio ufficiale, dunque, rimandato?
La sostanza, però, non cambia. La rivoluzione sta per arrivare: via il Nord dal nome del partito (quel Nord nei fatti che dal nome è già sparito da tempo), mentre l’articolo 1 della sua Costituzione non parla più dell’indipendenza della Padania, ma di “un movimento politico confederale costituito in forma di associazione non riconosciuta che ha per finalità la trasformazione dello Stato italiano in un moderno Stato federale attraverso metodi democratici ed elettorali”. In compenso, nel partito salviniano fa il suo ingresso in modo esplicito il sovranismo: la Lega “promuove e sostiene la libertà e la sovranità dei popoli a livello europeo” si legge ancora nell’articolo 1. A qualcuno questa nuova formazione potrebbe ricordare quella del Pd, un “partito-holding” a cui poi si agganceranno le associazioni territoriali a livello regionale. Ma l’idea di Salvini va oltre e include anche realtà di tipo partitico o forze politiche locali.
E se i gruppi parlamentari hanno già assunto la nuova denominazione, lo stesso non si può dire del simbolo, anch’esso destinato a cambiare. Il guerriero di Legnano (quello comunemente chiamato l’Alberto da Giussano) esce di scena, sostituito da un semplice rettangolo “di colore blu in cui campeggia la scritta Lega per Salvini premier in bianco, circondata da una sottile cornice sempre di colore bianco”. Cosa diversa è il contrassegno elettorale in cui “l’Albertino” potrebbe continuare ad apparire.