Ultima follia grillina: l’esproprio delle case sfitte o abbandonate
È l’esproprio proletario 2.0. Hai una casa tenuta male? Non hai inquilini? Oppure un sindaco decide che il tuo immobile ha perso la sua «funzione sociale»? Potresti rischiare di perdere tutto, con la forza e senza indennizzo, sempre che passi un disegno di legge del Movimento 5 stelle presentato al Senato.
Si potrebbe dare una interpretazione tutta politica. Ad esempio la rivincita dell’ala movimentista dei pentastellati contro il partito istituzionalizzato, in attesa del ritorno di Alessandro Di Battista. Oppure un altro schiaffo M5s all’alleato Matteo Salvini, leader di un partito di piccoli proprietari con poche simpatie per l’ideologia da centro sociale anni Novanta. Difficile credere che un partito di governo possa proporre l’esproprio di immobili. Invece è tutto scritto nero su bianco nel Ddl 164.
Prima firmataria Paola Nugnes, senatrice M5S dell’ala più vicina alla sinistra del movimento. La proposta non riguarda direttamente i limiti alla proprietà privata immobiliare, ma parte da un principio molto di moda. Il titolo è «Disposizioni per l’arresto del consumo di suolo, di riuso del suolo edificato e per la tutela del paesaggio». In sostanza, la tesi dei firmatari è che in Italia si utilizza troppo suolo, che è un bene scarso. Occorre riutilizzare quello già destinato all’edilizia. Che il proprietario lo voglia o no.
Tutto il meccanismo consiste nel classificare un immobile come abbandonato. La casistica è ampia. Ci sono «beni inutilizzati o derelitti di proprietà pubblica, ecclesiastica o privata» che «si trovino in stato di abbandono o di degrado da almeno dieci anni». Quelli «che possano determinare danno per l’ambiente, pericolo per la sicurezza» o «pregiudizio per le testimonianze culturali e storiche».
E già in questo spettro possono ricadere decine di migliaia di immobili. Ad esempio quelli per i quali il proprietario non riesce a trovare un affittuario, oppure quelli la cui manutenzione è troppo costosa.
Ma c’è dell’altro. Secondo il Movimento 5 stelle vanno considerati «abbandonati» anche quelli «non più rispondenti ad alcuna funzione sociale o che possano ledere l’interesse generale». L’appiglio sono gli articoli della Costituzione che prevedono la «prevalenza dell’utilità sociale e della funzione sociale della proprietà sull’interesse privato».
Concretamente, «i beni che hanno perso la loro costituzionale funzione sociale sono definiti beni abbandonati, rientrano nel patrimonio pubblico dei comuni» che li devono destinare all’interesse generale.
Ai sindaci spetterà fare il censimento degli edifici espropriabili, per poi mettere a disposizione gli spazi a chi vorrebbe costruire.
La legge non piace a Confedilizia: «Col pretesto del condivisibile obiettivo di limitare il consumo di suolo calpesta il diritto di proprietà in modo scoperto. Se approvato, darebbe all’autorità pubblica il potere di prendere possesso di immobili privati in modo del tutto discrezionale e senza alcun indennizzo», ha commentato il presidente della confederazione Giorgio Spaziani Testa.
Per Franco Dal Mas, senatore di Forza Italia, «con il censimento si introducono «finalità non conformi ai principi costituzionali come requisizione o esproprio». Un danno anche perché «spesso gli immobili sfitti sono tali in quanto non si riesce né a locarli né a venderli».
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