La pistola contro la prof. E in Francia è caos scuola
Parigi È solo l’ultimo episodio di violenza contro i professori nelle scuole francesi.
Ma il video sui social che inchioda un adolescente alle sue azioni riaccende i riflettori sulla difficile quotidianità in cui i docenti si trovano a insegnare. «Scrivi presente e non assente», grida il 16enne all’insegnante in cattedra. Impugna una pistola ad aria compressa in classe. In stato di fermo, minimizza: «Non sono un delinquente». Per il presidente Emmanuel Macron tutto ciò è «inaccettabile». Ma quel che è successo nei giorni scorsi in una scuola di Créteil, banlieue sud-est di Parigi, è solo l’esempio più eclatante di come molti studenti, come raccontano i professori, rivendicano un legame col proprio Paese d’origine, anche se non ci hanno mai messo piede, e non hanno il minimo rispetto per l’insegnante, specie se donna.
La laicità è spesso sacrificata sull’altare del rispetto di culture diverse, in una Francia che è l’avamposto delle problematiche che si potrebbero presentare anche in altri Paesi europei. Due rapporti allarmanti lo dimostrano: il primo, presentato dai sociologi Anne Muxel e Olivier Galland a marzo dell’anno scorso, ha sondato 7mila allievi di 21 licei francesi. È emerso che i giovani musulmani «sono tre volte più numerosi degli altri nel difendere una visione assolutista della religione, sostenendo che spieghi la creazione del mondo meglio della scienza». Tra insulti sessisti e soggetti tabù (scienze e storia, materie sempre meno affrontate per non urtare le loro sensibilità), l’educazione nazionale sembra impotente alla prova del comunitarismo.
Nel suo numero speciale di maggio, Charlie Hebdo ha raccolto 60 testimonianze choc di insegnanti che mostrano le difficoltà quotidiane di chi prova a ricordare che la laicità in Francia è l’unica cosa sacra. L’album delle criticità chiama in causa l’educazione che i ragazzi ricevono in famiglia, i quartieri dove vivono, ma anche la politica: il rapporto «Segni e manifestazioni di appartenenza religiosa nei plessi scolastici», datato 2004, è infatti sepolto nei cassetti dell’Eliseo dall’epoca Chirac.
La scuola è lo specchio della società francese. Un multiculturalismo «islamizzato» in cui il 68 per cento degli studenti piazza la religione al di sopra delle leggi della Repubblica, indica un altro rapporto più recente di Sciences-Po Grenoble redatto da Sebastien Roché, direttore del Centro nazionale di ricerche scientifiche sulla base delle risposte di 9mila ragazzi delle scuole di Marsiglia e Aix-en-Provence.
Charlie Hebdo ha anche parlato con i professori per capire cosa resta della pedagogia classica. «Spesso preferiamo non affrontare certe tematiche per non essere poi obbligati a giustificarci davanti agli allievi o ai genitori, finanche con le gerarchie interne agli istituti», ammette B., insegnante di francese. Agghiacciante il racconto di P., professore in un liceo del Gard, Francia meridionale. Dopo gli attacchi del 2015, «alcuni studenti musulmani hanno rifiutato di alzarsi e onorare il minuto di silenzio, uno di loro poi ha mormorato: Sul Corano, è giusto così».
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