Salvini “Con Di Maio non parlo più, non passo per scemo”
“Ma è normale che loro abbiano montato tutta ‘sta panna e poi neanche abbiano una proposta?”.
A poche ore dal Consiglio dei ministri che vedà una vera e propria resa dei conti, Matteo Salvini attacca i Cinque Stelle dopo il caos sul decreto fiscale.
“Io sono un pescatore, mio nonno mi ha insegnato che non si deve mollare mai”, dice al Corriere smentendo l’ipotesi di una crisi di governo, “E poi, nei comizi tutti mi dicono la stessa cosa: ‘Matteo vai avanti, Matteo tieni duro'”. Però le parole di Luigi Di Maio sulla presunta “manina” proprio non gli vanno giù: “Io sono a Mosca al convegno di Confindustria. Addirittura, il povero Conte, un galantuomo a cui va tutta la mia stima, è a Bruxelles a difendere la manovra da quelli che ci vogliono male. Proprio nello stesso momento, c’è qualcuno che va in televisione a parlare di manine misteriose, a dire che sulla manovra c’è il trucco, che andrà in procura… Il problema è che intanto lo spread va a 3402”, dice, “Ma a me che mi frega del condono? Io non sono stato eletto per fare il condono, mi creda. Io domani (oggi, ndr) avrei dovuto essere alla Coldiretti. E poi avrei dovuto vedere mia figlia. Vorrà dire che la caricherò sull’aereo e me la porterò a Roma. Ci andrei anche a piedi, se potesse essere utile agli italiani. E il decreto possiamo riscriverlo da zero. Buttarlo e riscriverlo. Ma passare per scemo, questo no”.
Intanto, dalle colonne del Fatto Quotidiano, Giuseppe Conte prova a ricucire lo strappo. “Una crisi di governo non è assolutamente nell’ordine delle cose”, ha detto il premier, “non può essere un passaggio, pur critico, a mettere in discussione il cambiamento che stiamo apportando al Paese. La Lega e il Movimento 5 Stelle hanno a cuore i cittadini onesti e vogliono perseguire duramente chi pratica il riciclaggio. Torneremo in Consiglio e chiariremo questo passaggio pervenendo a una soluzione che, come nelle intenzioni iniziali, mira a offrire ai contribuenti la possibilità di mettersi in regola senza alcun favore ai grandi evasori”.
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