Riace, Salvini: ma il Pd sa che fu Minniti ad avviare l’indagine?
È stato l’ex-ministro dell’Interno Marco Minniti, importante esponente del Pd e neo-candidato alla segreteria del partito che sta cercando di scalare con l’appoggio e la benedizione di Matteo Renzi, ad avviare l’indagine contro il cosiddetto modello Riace puntando il dito sulle gravissime irregolarità compiute dal sindaco di sinistra Mimmo Lucano, indagato è finito ora agli arresti domiciliari. È il suo successore al Viminale, Matteo Salvini a ricordarlo, con ironia, agli esagitati (e smemorati) del Partito Democratico: “ma quelli del Pd che parlano di ‘deportazioni’ (roba da matti!) sanno che l’indagine sulle gravi irregolarità di Riace, e del suo arrestato sindaco, erano state avviate da Minniti, mio predecessore al Viminale e oggi possibile segretario del loro partito? Lo dice anche ‘La Repubblica‘, noto giornale di simpatie leghiste…”, ironizza sulle sue pagine social il ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Insomma l’ennesima figuraccia del Pd che rivendica la bontá del cosiddetto “modello Riace”senza però ricordarsi che l’avvio dell’indagine amministrativa su quel “modello” partì proprio da Minniti, probabile prossimo segretario del Nazareno.
Già dalla scorsa estate il Viminale aveva bloccato alcuni pagamenti per anomalie nella documentazione presentata dall’amministrazione di Riace.
Nel 2018 Riace non ha ricevuto fondi e il 30 luglio scorso il sindaco, Mimmo Lucano, era stato avvisato della revoca dei finanziamenti diventata ufficiale all’inizio di questa settimana.
“Chi sbaglia, paga. Non si possono tollerare irregolarità nell’uso di fondi pubblici, nemmeno se c’è la scusa di spenderli per gli immigrati“, dice, in proposito, il ministro dell’Interno, Salvini.
E, in effetti, le contestazioni amministrative evidenziate dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno – sfociate anche nel penale – sono tante, 34 per la precisione.
Nelle ventuno pagine del provvedimento del Viminale recapitato al Comune di Riace nei giorni scorsi e che chiede di trasferire immediatamente gli immigrati per le gravi violazioni riscontrate, si contesta, fra l’altro, l’erogazione dei servizi finanziari dal fondo a favore di soggetti diversi da quelli ammessi all’accoglienza, la mancata presentazione della rendicontazione, la mancata rispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati e la mancata applicazione di quanto previsto dalle linee guida anche in termini di standard qualitativi e quantitativi oltre al mancato aggiornamento della banca dati gestita dal Servizio centrale, ufficio istituito dall’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani.
Questioni non proprio marginali che, da un lato sono finite all’attenzione della magistraturainsieme ad altri aspetti penalmente rilevanti e, dall’altro, hanno praticamente costretto il Viminale ad intervenire proseguendo lungo la strada già intrapresa dal predecessore di Salvini, cioè il dem Marco Minniti.