Maxi-blitz contro migranti. Occupavano lo stabile dello Stato. Da quanto tempo erano lì.
Si è concluso l’ennesimo maxi-blitz che prefettura e agenti delle forze dell’ordine hanno messo in atto contro un gruppo di migranti che occupavano abusivamente una struttura delle Ferrovie dello Stato nei pressi della stazione di Bari.
In pieno centro cittadino, i locali dell’ex “Ferrhotel” (questo il nome dell’immobile) sono stati sgomberati e chiusi su disposizione della prefettura.
Dal 2009 erano occupati da alcuni migranti, in particolare somali. La struttura, auto-organizzata, era utilizzata come luogo abituale di dimora da parte degli extracomunitari. L’intervento è stato effettuato attraverso l’azione coordinata di prefettura, questura, Asl di Bari e forze dell’ordine.
Gli immigrati, oltre ad occupare abusivamente uno stabile, vivevano in condizioni assolutamente precarie e non dignitose. Alle persone sgomberate dal palazzo di proprietà delle Ferrovie dello Stato è stato garantito il servizio degli assistenti sociali e degli operatori del Pronto intervento sociale in ragione delle loro condizioni di maggiore fragilità e difficoltà.
Sul luogo, durante lo sgombero, era presente anche un’equipe della Asl disponibile a verificare le condizioni di salute dei migranti presenti. Coinvolta anche l’Amtab, l’azienda di trasporto urbano, che ha accompagnato i migranti nelle strutture di accoglienza dov’è stato deciso di sistemarli. Sono stati predisposti altri quaranta posti di accoglienza straordinari.
Non tutti, però, hanno visto di buon occhio il blitz delle forze dell’ordine. L’Arci Bari si è espressa in questi termini: “solidarietà a tutta la comunità somala che dal 2009 ha abitato il Ferrhotel, il vecchio albergo lasciato in disuso e di competenza delle Ferrovie dello Stato che è stato, in questi nove anni, l’esempio di un esperienza di auto-organizzazione e di solidarietà, che ha coinvolto ed è divenuto punto di riferimento per i migranti di origine somala transitati nella nostra città”.
Ma fanno sul serio o sono in pieno delirio?
Fonte: Il Giornale