Solo briciole per la flat tax: via la Fornero (forse in aprile)
Una manovra che trasferisce la maggior parte delle risorse a disoccupati e pensionati che tramite reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza e superamento della legge Fornero avranno a disposizione oltre 16 miliardi di euro.
È quella che emerge dalla Nota di aggiornamento del Def i cui contenuti sono stati anticipati ieri dal Conte, Tria, Di Maio e Salvini. Molto poco andrà alle imprese eccezion fatta per la flat tax per le pmi e i professionisti (2 miliardi) e per la riproposizione degli incentivi «Industria 4.0». In cambio di queste provvidenze si avrà un inasprimento della pressione fiscale su alcune categorie con evidenti riflessi negativi per tutta la cittadinanza. Ma esaminiamo nel dettaglio che cosa si annuncia all’orizzonte.
STOP FORNERO
Il ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, ha affermato che «partiremo dall’inizio dell’anno con la piena riforma della legge Fornero: senza penalizzazioni, senza paletti, senza limiti, senza tetto al reddito». Secondo quanto fatto trapelare da fonti leghiste a questo capitolo sono destinati ben 7 miliardi di euro per una platea di 400mila persone. Ne consegue la conferma di «quota 100» con le soglie minime di 62 anni (con 38 di contributi) e di 36 anni di contribuzione (con 64 anni di età) .
REDDITO DI CITTADINANZA
«Ci sono 10 miliardi, che sono 9 per il reddito e le pensioni di cittadinanza e uno per i centri per l’impiego, ogni anno per tre anni», ha spiegato in diretta Facebook, Luigi di Maio. Delle incertezze sulla realizzazione di questa social card in «versione 2.0» da destinare a «spese morali» molto si è detto. Tuttavia, al momento, non è chiaro quale sia la platea (il vicepremier pentastellato si era spinto fino a 6,5 milioni di persone). L’unico dato certo è che funzionerà, oltreché come sussidio di disoccupazione, anche come complemento al reddito di 780 euro mensili per chi ha entrate inferiori a quella soglia. Idem per la pensione di cittadinanza.
SPICCIOLI PER LE IMPRESE
Alla flat tax (aliquota del 15%) per le partite Iva sono destinati due miliardi. Di Maio, come detto, ha accennato alla replica degli incentivi «Industria 4.0» che comunque sono già spesati e valgono meno di 2 miliardi così come ha fatto riferimento a un alleggerimento del carico Ires per le aziende che assumono a tempo indeterminato. È evidente, tuttavia, la sproporzione con le risorse destinate al capitolo welfare che sono certe e su base triennale. La flat tax generalizzata è invece incerta.
SPESE VARIE
Salvini ha annunciato un miliardo per l’assunzione di 10mila nuovi addetti delle forze dell’ordine. Di Maio ha confermato l’intenzione di rimpinguare il fondo per il ristoro dei risparmiatori vittime dei crack bancari. Allo stesso modo, il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha anticipato trionfalmente il raggiungimento dell’obiettivo minimo, ossia l’incremento di un miliardo della dotazione del Fondo sanitario nazionale che quindi dovrebbe avvicinarsi a quota 113,5 miliardi. Più facile pensare a uno sblocco del turnover e a qualche adeguamento contrattuale. In forse l’abolizione selettiva del superticket sulla diagnostica.
CLAUSOLE IVA E COPERTURE
Poiché il governo ha promesso di evitare l’incremento dell’Iva reperendo i 12,4 miliardi necessari per il 2019, la «lista della spesa» sfonda i 35 miliardi. Confermata l’intenzione di ricorrere a una versione estesa anche all’Iva della pace fiscale il cui gettito (stimato in 3,5 miliardi), per natura straordinario, non si può imputare a copertura, restano molti dubbi sulla copertura visto che l’incremento del deficit/Pil al 2,4% non significa in automatico avere 27 miliardi in più rispetto allo 0,8% inizialmente previsto. Ballano sempre oltre 20 miliardi.
STRETTA SULLE BANCHE
Il taglio delle deducibilità degli interessi per banche e assicurazioni dal 100 all’80% dovrebbe portare in cassa 2 miliardi. Questo significa automaticamente che i servizi finanziari costeranno di più.
IL GRANDE FRATELLO
Per inasprire la lotta all’evasione Iva arriva la trasmissione telematica degli scontrini fiscali già prevista in passato dal ministro Padoan e dagli altri seguaci di Vincenzo Visco. Dotandosi di apposito registratore di cassa i negozi invieranno alle Entrate gli incassi del giorno e non potranno più «saltare» qualche scontrino. Anche l’obbligo di e-fattura tra privati va in questa direzione. Al Grande Fratello del Fisco non sfuggirà più nulla.
LA SPENDING REVIEW
La squadra «mani di forbice» che dovrà tagliare le spese dei ministeri e i bonus fiscali inutili è ancora al lavoro. Si sperava addirittura in 4-5 miliardi. Va da sé che le riduzioni di queste uscite hanno un effetto recessivo o come minori consumi o come maggiore pressione fiscale.
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