Il M5S contro Moscovici: «’Ministro del deficit’, non può darci lezioni»
“Ogni mattina, quando ti svegli, apri il giornale e puoi star certo di leggere gli attacchi di Pierre Moscovici al governo italiano.”
Così i 5Stelle in un post sul proprio blog ufficiale riferendosi alla posizione del Commissario per gli Affari economici e finanziari dell’Unione Europea.
“Nei tre anni in cui era Ministro, – prosegue il post – Moscovici ha sempre sforato il tetto europeo del 3%, collezionando rispettivamente il 5%, il 4,1% e il 3,9% di deficit pubblico in rapporto al Pil. Moscovici è stato a tutti gli effetti il “Ministro del deficit”, e ora che siede a Bruxelles lancia avvertimenti minacciosi verso l’Italia che da anni rispetta religiosamente quel parametro molto discutibile.”
“La Francia di Macron nel 2019 – continuano – aumenterà di nuovo il deficit dal 2,6 al 2,8%, riavvicinandosi a quel 3% che ha sforato costantemente negli ultimi 10 anni. Luigi Di Maio ha giustamente rivendicato la possibilità per l’Italia di fare altrettanto, perché siamo un Paese sovrano e dobbiamo costruire la manovra non sui parametri ma sulle esigenze materiali dei cittadini.”
I 5 stelle commentano anche le considerazioni di Moscovici il quale ha detto che “l’Italia non si può permettere il deficit francese, perché ciò che conta non è il deficit nominale ma quello strutturale, vale a dire il deficit calcolato in rapporto al Pil potenziale. Moscovici dimentica la cosa più importante: la Francia ha un deficit strutturale molto più alto di quello italiano!”
“L’anno prossimo il Presidente Macron – scrivono i pentastellati – espanderà il deficit strutturale dell’1%, passando dal 2,1% di quest’anno al 3,1%. E nello stesso momento Moscovici minaccia sfracelli se noi aumenteremo il medesimo parametro anche solo dello 0,1? È inaccettabile. Conosciamo già la solita replica di Moscovici: il debito pubblico italiano è troppo alto!”
“Sono proprio le politiche di austerità – concludono – applicate indiscriminatamente negli ultimi 10 anni che hanno fatto esplodere il debito fino al 131,8% del Pil. Bisogna cambiare urgentemente politiche.”