Inchiesta corruzione, perquisita la casa di Denis Verdini

E’ coinvolto anche l’ex senatore di Ala Denis Verdini nell’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco di Ponzano Romano, Enzo De Santis.

In queste ore – riportano quotidiani e agenzie – sono in corso perquisizioni presso le abitazione di Verdini e dell’ex vicepresidente della Regione Lazio, Luciano Ciocchetti.

Leggiamo sul Fattoquotidiano.it che ” parlare di Verdini era stato nei mesi scorsi lo stesso immobiliarista. Aveva raccontato che nel 2013 aveva concesso a titolo gratuito la locazione di un immobile in via Poli, a due passi dalla Fontana di Trevi, dove l’ex senatore ha stabilito la sede di Ala, la sua formazione politica”.

L’onorevole Ignazio Abrignani nel marzo 2017 aveva detto al Fatto che “Verdini ha incontrato una sola volta l’imprenditore Scarpellini. Scarpellini voleva all’inizio darci quell’appartamento in modo gratuito perché lo aveva messo in vendita. Poi si fece un comodato d’uso gratuito regolarmente dichiarato con una dichiarazione congiunta alla camera. A novembre scorso quell’immobile è stato venduto. Ci hanno dato tre mesi di preavviso e ora stiamo cambiando sede”.

Il sindaco arrestato, De Santis è accusato di corruzione insieme ad altre due persone che all’epoca dei fatti erano pubblici ufficiali. Nell’indagine risulta indagato anche l’ex presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti, già coinvolto in Mafia Capitale e condannato in secondo grado a quattro anni e sei mesi.

Secondo gli inquirenti i tre indagati avrebbero ricevuto benefici da Sergio Scarpellini, immobiliarista romano che era stato arrestato dai carabinieri per corruzione nel dicembre 2016 assieme all’allora dirigente del comune di Roma Capitale Raffaele Marra.

Secondo quanto riportato dall’ANSA sono stati sequestrati beni per 750mila euro, ritenuti profitto delle tangenti ricevute.

“Il Gip del Tribunale di Roma, – si legge su ANSA.it – su richiesta della locale Procura, ha inoltre disposto a carico dei tre, il sequestro di beni per circa 750.000 Euro, ritenuti profitto delle tangenti ricevute”.

 

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