Ora Salvini blinda i confini: il ministro invia la polizia a Trieste per pattugliare le frontiere. Raffica di arresti
Ora Matteo Salvini blinda i confini per fermare l’invasione islamica dalla rotta balcanica. Il ministro degli Interni invia gli agenti di polizia per pattugliare la frontiera tra Trieste e la Slovenia: raffica di arresti di passeur e clandestini.
Con il volto rivolto al Mediterraneo, si rischia di dimenticare l’altra faccia della medaglia delle migrazioni. Quella rotta balcanica ridotta ma mai davvero chiusa e che ora spaventa le regioni del Nord Italia.
Il Friuli in particolare, visto che la frontiera tra Trieste e la Slovenia è tornata ad essere punto di passaggio per i tanti migranti che preferiscono la via di terra a quella del mare.
Oltre 4mila persone premono ai valichi tra Bosnia e Croazia e alla spicciolata arrivano fino al Belpaese. Intercettare passeur e clandestini su 232 km di confine non è cosa facile. Per questo in piena estate il Viminale decise di inviare rinforzi al Fvg per un presidio provvisorio e straordinario, sperimentazione poi ripetuta a fine agosto e diventata permanente a metà settembre. Non una cosa di poco conto.
Oggi, come in passato, all’opera ci sono la polizia di Frontiera, la Polfer, la Stradale, i carabinieri e la Guardia di finanza. A questi, fa sapere la questura triestina, il ministero dell’Interno ha aggiunto circa 20 agenti del reparto mobile e del reparto prevenzione crimini di Padova (che si occupano di controllare l’area limitrofa ai valichi). Inoltre, Fedriga ha messo in campo pure il corpo forestale, con 23 effettivi impiegati per “segnalare presenze anomale sul territorio e comunicare in tempo reale con le Forze dell’Ordine”. Basterà?
Non è detto. Ma i primi risultati già si vedono. Ad agosto i dati diffusi dal Viminale dimostrarono che l’aumento dei pattugliamenti aveva portato all’arresto di 4 passeur, a 33 denunce, 13 espulsioni di cittadini stranieri e alla denuncia di 24 cittadini kosovari (presunti fiancheggiatori di un’organizzazione impegnata a far entrare stranieri dal Kosovo).
Da agosto, ovviamente, i controlli sono andati avanti. E hanno prodotto altri risultati. Fonti qualificate del Giornale.it al confine tra Slovenia e Italia fanno però notare che per chiudere tutti i buchi dello scolapasta occorrerebbero maggiori risorse. Soprattutto ai valichi più piccoli e meno controllati. I migranti infatti si stanno adeguando: vengono accompagnati fino ai sentieri sloveni e poi camminano a piedi a gruppi di 10-20 persone. “Se ne stanno tutti in fila e scavalcano la frontiera in silenzio”, ci spiega chi più volte si è trovato di fronte all’esodo.
I nostri agenti fanno il possibile. E spesso lo fanno bene: le operazioni portate a termine nei giorni scorsi lo dimostrano ampiamente. Mercoledì scorso uno degli interventi più difficili: è il tardo pomeriggio quando un’auto non si ferma all’alt degli agenti e ne nasce un assurdo inseguimento. “È partito da Pesek ed è finito a Cervignano del Friuli attraversando le province di Trieste, Gorizia e Udine – spiega un agente a IlGiornale.it – L’auto ha rischiato in più occasioni di provocare stragi! Ha passato centri abitati a velocità superiori ai 130 km orari. Ha percorso tratte autostradali facendo manovre folli e imboccando svincoli in contromano”. Quasi 75 km di tallonamento messo a segno dai poliziotti del reparto prevenzione crimine veneto, che non si sono tirati indietro nonostante i rischi.
Alla guida del mezzo c’era un pakistano (arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e lesioni aggravate) con a bordo 4 clandestini iraniani (presi in carico dall’ufficio immigrazione). Il passeur – spiega ancora la fonte – “era stato già arrestato per lo stesso reato poco tempo fa” e ha pure tentato di reagire al fermo. Venerdì mattina, invece, i due reparti padovani inviati da Salvini hanno fermato un altro passeur che traghettava 12clandestini su un furgoncino. “Da quando c’è lui al ministero – sussurra un agente – notiamo la differenza. Sì fa quello che c’era da fare anni prima. E anche i cittadini lo notano: basta andare a prendere un caffè nei bar della zona che subito ci dicono ‘ah voi siete quelli mandati da Salvini’”.