Fi salda l’asse con la Lega Tajani contro Moscovici
Forza Italia farà un nuovo accordo con Matteo Salvini, ma non solo sulla Rai, avverte Antonio Tajani.
«Il problema non è Foa -dice-, è il rafforzamento dei legami all’interno del centrodestra e chiederemo alla Lega di dare un segnale».
Alla vigilia dell’incontro tra Silvio Berlusconi e il vicepremier leghista, cui sarà presente, il vicepresidente azzurro fissa i paletti. Chiarisce che Fi rimane «alternativa alle due sinistre: quella statalista e un po’ stalinista del M5S e quella travolta dal voto del Pd» e che vuole riconquistare l’Altra Italia, la «maggioranza silenziosa, che non ha più votato Fi e cerca un punto di riferimento nel centrodestra». L’obiettivo sono le europee e Tajani sta cercando di convincere Berlusconi a candidarsi, meglio se al Sud «abbandonato». Che il Cav sia titubante è noto, ma il suo vice insiste: «È fondamentale per noi avere il leader impegnato nella battaglia storica per cambiare l’Europa. Con Salvini usiamo linguaggi diversi ma anche lui non vuole distruggerla ma cambiarla».
Nella sede di Fi a Roma il presidente del parlamento europeo spiega alla stampa il programma della convention che ha organizzato secondo tradizione a Fiuggi, con il Ppe, dal 21 al 23 settembre: «L’Italia e l’Europa che vogliamo». La chiuderà il Cavaliere e dovrà essere l’avvio del rinnovamento del partito, che sta organizzando la stagione dei congressi e ha appena nominato i capi dipartimenti.
Ma è il giorno in cui l’Italia reagisce alle accuse del commissario Ue Pierre Moscovici e all’avvertimento di Mario Draghi al governo gialloverde e Tajani, dal suo osservatorio di Bruxelles, conosce bene certe dinamiche. Così dice senza mezzi termini: «Era meglio se Moscovici fosse rimasto in silenzio. Non condivido le sue parole e da italiano dico che non ci sono dittatori in Italia. Non sto con Moscovici né con Di Maio, ma un commissario europeo non può utilizzare un linguaggio così aggressivo». Su Draghi il discorso è diverso, c’è solo «riconoscenza» e «stima» per «uno dei migliori cittadini italiani», che ha aiutato la nostra economia a difendersi dalla crisi e salvato tante aziende. Tajani ricorda che «la sua nomina alla guida della Bce è stato un grande successo del governo Berlusconi» e augura all’esecutivo Conte «gli stessi risultati del governo Berlusconi in Europa».
Il giudizio è chiaramente negativo e il vicepresidente di Fi, all’opposizione ma alleata del Carroccio, critica tutte le mosse, da Genova (a Fiuggi ci sarà il governatore ligure Giovanni Toti) alla legge di Bilancio. «È impossibile – dice- fare insieme flat tax, reddito di cittadinanza e abolizione della Fornero, si rischia che saltino i conti pubblici e non si paghino gli stipendi agli statali in pochi mesi». Per lui, le contraddizioni nel governo esploderanno proprio sulla manovra. «Lavoreremo – aggiunge- in tutte le sedi istituzionali e politiche per la riduzione drastica della disoccupazione».
La tre-giorni di Fiuggi ha come filo conduttore proprio economia e lavoro. Se ne parlerà con il presidente Confindustria Vincenzo Boccia, il segretario Cisl Anna Maria Furlan, il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, il presidente Confartigianato Giorgio Merletti e Massimiliano Giansanti, presidente Confagricoltura. Per le istituzioni, ci sarà la presidente del Senato Elisabetta Casellati, per il Ppe il segretario Antonio Lopez. E gli alleati? Confermati i leader di FdI Giorgia Meloni, dell’Udc Lorenzo Cesa, di Energie per l’Italia Stefano Parisi. Ancora in forse Giorgetti per la Lega. Forse, aspetta l’esito dell’incontro Berlusconi-Salvini, previsto per domani
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