Bruno Vespa critica il governo giallo-verde: pensioni e reddito di cittadinanza, brutto segnale
E’ molto critico con il governo giallo-verde Bruno Vespa. Nel suo editoriale sul Giorno li attacca su pensioni, decreto Genova e reddito di cittadinanza. “Abbassare l’età pensionabile da 67 a 64 anni (arrivando a 100 con gli anni di contributi) costa 11,5 miliardi. Portarla a 62 – come vorrebbe Salvini – costerebbe un miliardo e mezzo in più. L’abbiamo?” si chiede Vespa.
Lega e Movimento 5 Stelle, continua, “hanno concordato di dividere a metà le risorse disponibili: 50% per ridurre le tasse e 50 per il reddito di cittadinanza. Non sappiamo se l’ abolizione della Fornero sia patrimonio comune o in quota leghista. Al ministro dell’ Economia è scappato di dire che preferirebbe abbassare di un punto l’ aliquota fiscale più modesta”. E soprattutto è “difficile capire che cosa accadrà, dopo che l’intero governo si è detto d’ accordo nel non superare il famoso 3% di rapporto tra deficit di bilancio e prodotto, ma non si è impegnato a portarlo troppo sotto. Se si riuscisse a escludere dal conto gli investimenti – come richiesto invano dagli ultimi governi – già si farebbe un passo decisivo. Per ora il solo gioco di parole denunciato da Draghi è costato qualche miliardo agli interessi dello Stato e dei risparmiatori”.
E riusciranno i due vicepremier a recuperarlo con una “legge di bilancio assennata”?, si chiede ancora Vespa. In tutto questo pesano i sondaggi: “E’ cominciata una rincorsa forsennata a chi promette di più”. Lega e 5 Stelle vorrebbero spendere 8 miliardi ciascuno, ma anche se li trovassero dovrebbero ridimensionare di molto le loro promesse. Si aggiunga che il crollo del ponte di Genova sta segnando tra i due fronti una pericolosa spaccatura ideologica, prima che politica. Non essere riusciti a fare un decreto vero e proprio (il salvo inteseequivale a una scatola vuota) è un brutto segnale. Figuriamoci che cosa accadrà quando si discuterà di nazionalizzare la rete di Autostrade per l’ Italia (la convenzione è unica e non si può scorporare, si dice, soltanto il tratto li”.