“Il governo ungherese ha solo cercato di difendere l’Europa”
“Siamo tristi perché siamo contenti del lavoro che il governo ha fatto negli ultimi tempi”.
A pronunciare queste parole è stato monsignor Andras Veres, che è il presidente dell’episcopato magiaro.
Il vertice della Chiesa cattolica d’Ungheria non pare aver condiviso la procedura sanzionatoria approvata “contro” il presidente Viktor Orban e il suo governo da quasi quattrocentocinquanta parlamentari europei appena due giorni fa.
Il presule ha voluto dire la sua da Poznan, luogo dove si sono riuniti i vescovi del Vecchio Continente per l’annuale assemblea plenaria. Secondo Veres, come riportato dalla Sir, l’azione politica dell’esecutivo ungherese è tesa alla difesa “dell’Europa e del Paese stesso”. Per questo sarebbero arrivate le sanzioni. Ma da quale pericolo, stando alla visione dell’ecclesiastico in questione, ci starebbe tutelando Orban? L’ “islamizzazione“. “Purtroppo – ha avvertito l’ecclesiastico – la storia si ripete. L’Ungheria ha sofferto già un grande attacco da parte dell’Islam nel 16° secolo e abbiamo ricordi molto brutti perché la Chiesa è stata completamente distrutta”. Quindi l’accenno al pericolo di un’invasione fondamentalista: “C’è paura oggi…”.
Il presidente dei vescovi ungheresi ha voluto sottolineare l’esistenza di un grande sostegno popolare, quello su cui può fare leva l’esecutivo, che è stato votato dai due terzi degli elettori in due circostanze elettorali: “Si può dire – ha scandito Veres – che la gente è a favore di questo governo. Adesso vedremo come possono riallacciare i rapporti con l’Ue e trovare soluzioni a questa situazione”. La mossa del Parlamento europeo, in ogni caso, non aiuterebbe “a far crescere la solidarietà, anzi – ha continuato Veres – dobbiamo dire che la Chiesa cattolica e il governo negli ultimi tre anni hanno cercato di dare segni di solidarietà concreta”.
La riflessione è arrivata poi a riguardare in modo più diretto la gestione dei fenomeni migratori: “Non siamo contro i migranti, ma il sistema che l’Unione europea vuole, non è lo stesso che vuole il governo ungherese, e cioè l’aiuto bisogna darlo alle persone laddove sono”. E ancora: “Tutti coloro che sono venuti in Ungheria sono stati aiutati. Anche se bisogna dire che nessuno vuole rimanere in Ungheria ma andare in Germania, in Francia e in altri Paesi. Nel 2015 – ha raccontato – è arrivata una folla immensa di migranti e anche in quella occasione sia il governo sia la Chiesa cattolica hanno cercato di fare di tutto per aiutarli e per accoglierli”.
La parte finale del discorso ha lasciato intendere come anche il presidente dei vescovi magiari sostenga Orban nella sua “linea dura”: “Chi desidera accogliere i rifugiati nel suo Paese lo può fare, ma quelli che hanno problemi con questa soluzione devono essere rispettati. Tutti i Paesi sono liberi e devono decidere loro stessi”.
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