Il M5S chiederà le dimissioni di Tria se non garantirà in manovra i fondi per il reddito di cittadinanza
Se non è in grado di garantire in manovra i fondi per far partire il reddito di cittadinanza già a maggio 2019, il Movimento 5 Stelle chiederà le dimissioni del ministro dell’Economia Giovanni Tria.
“Il messaggio filtra in mattinata da diverse fonti qualificate pentastellate e dà corpo alle parole pronunciate in diretta tv martedì notte da Luigi Di Maio, sul ‘grave problema’ che si aprirebbe nel governo qualora ci fosse un freno alla misura di bandiera del M5s,” riporta l’ANSA, che spiega:
“La freddezza verso il reddito di cittadinanza dei leghisti viene infatti letta dai 5 stelle come un tentativo di frenare l’avvio dell’assegno (780 euro a cinque milioni di poveri) il prossimo anno, per spuntare le armi M5s nella campagna elettorale per le europee”.
I pentastellati chiedono 10 miliardi per avviare centri per l’impiego e pensione di cittadinanza a partire da gennaio 2019, e partire con l’erogazione, da maggio 2019, degli assegni del reddito di cittadinanza, che verrebbero a costare 5-6 miliardi per gli otto mesi del 2019.
Per le misure economiche di M5S e Lega ci sono in totale 10 miliardi, dei quali 5 miliardi sarebbero destinati al reddito di cittadinanza: “Ma nella trattativa che si è aperta con Mef e Lega in vista della manovra, il Movimento alza la posta,” si legge su ANSA.it, che spiega: “Secondo alcune fonti parlamentari, non confermate, il ministro (Tria, ndr) avrebbe fatto presente che se continuano gli strappi potrebbe davvero decidere di lasciare”.
Martedì scorso, intervenendo a “Carta Bianca” su Raitre, il vicepremier Luigi Di Maio aveva assicurato che il reddito si farà a breve:
“Stiamo parlando del fatto di ridare dignità a chi è sotto la soglia di povertà relativa: 780 euro a 5 milioni di persone in povertà assoluta – ha affermato – Girano tante voci riguardo l’assenza di coperture finanziarie, ma noi dimostreremo che volere è potere e manterremo le promesse che abbiamo fatto agli italiani”.
“Lo facciamo. Assicurandoci di tenere i conti in ordine, ma lo facciamo,” ha detto Di Maio.