Ecco tutta la verità su Diciotti. Conte: “Malta li ha scaricati”
Alle 9.30 è iniziata al Senato la seduta nella quale è stata letta da Giuseppe Conte l’informativa sul caso della nave Diciotti. Il presidente del Consiglio ha ripercorso nei minimi dettagli ciò che è accaduto dal 15 al 25 agosto.
Il 15 agosto (alle ore 8:53) l’Autorità maltese, precedentemente compulsata da quella libica con apposito messaggio, assumeva la responsabilità del caso a seguito della localizzazione, effettuata da proprie unità aeronavali, in acque SAR maltesi in una posizione distante circa 50 miglia a sud di Malta e circa 100miglia da Lampedusa”, dice Giuseppe Conte.
Il ruolo di Malta
“Accertato – continua Conte – che le imbarcazioni maltesi sostanzialmente ‘indicavano’ la rotta ai migranti, scortandoli lungo la stessa, si concretizzava la possibilità che, in mancanza di un intervento di soccorso maltese, il barcone potesse raggiungere l’area di competenza Sar italiana alle primissime ore del giorno 16″. E nell’elencare punto per punto cosa è succcesso, il premier mostra il governo giallo verde compatto sulla vicenda.
Sul caso della nave Diciotti, “constatata l’inerzia delle autorità Sar maltesi e da un’analisi della situazione meteorologica e dall’esperienza maturata negli anni circa le possibilità di protrarre la navigazione con quella tipologia di imbarcazione, il Comando Generale delle Capitanerie valutava come probabile la necessità di un intervento di soccorso per trasferire su altra unità tutti gli occupanti o quantomeno una parte di essi per alleggerire il barcone una volta che fosse entrato nell’area di responsabilità nazionale”. Quindi, i maltesi indicavano ai migranti l’Italia e non si preoccupavano minimante di loro e delle loro condizioni. Della possibilità di un naufragio.
L’intervento italiano
Giuseppe Conte rivendica la correttezza del lavoro italiano a differenza di quello maltese. L’intervento italiano è avvenuto per inerzia delle autorità maltesi: “Senza l’intervento concreto e diretto della Guardia Costiera italiana, molte di queste persone sarebbero morte”. Insomma, le autorità maltesi “hanno assunto formalmente sin dall’inizio le responsabilità del coordinamento dell’intervento, con il trascorrere delle ore hanno dimostrato l’intendimento di non procedere alle operazioni di soccorso limitandosi ad indicare ai migranti, anche scortandoli, la rotta nella direzione dell’area Sar di competenza italiana”. Se ne sono lavati le mani. L’Italia è quindi intervenuta dopo un’attenta analisi.
Dopo aver soccorso i migranti, infatti, ha ricordato Conte “alle prime luci del giorno 16 agosto, il Comando Generale delle Capitanerie disponeva un sorvolo di un velivolo della Guardia Costiera, già impegnato in attività di sorveglianza marittima per una ricognizione della zona. E qui arriva il punto. Il velivolo aveva rivelato “l’assenza del barcone ma riscontrato chiare tracce di un affondamento quali iridescenze da idrocarburi, diversi giubbotti di salvataggio ed elementi strutturali di un’imbarcazione riconducibili al barcone”.
L’attacco all’Ue
E dopo aver spiegato nel minimi dettagli cosa è successo, Conte passa all’attacco dell’Ue: “Non è stata una bella pagina per l’Europa. Ha perso loccasione per dare concretezza e attuazione immediata a quei principi di solidarietà e responsabilità che vengono costantemente e diffusamente evocati, a destra e a manca, come valori fondamentali dellordinamento eurounitario”.
Il premier, poi, ha spiegato che l’Italia non è più disposta ad accogliere come faceva prima. “Quello che è cambiato rispetto al passato – sottolinea – è che l’Italia non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente i migranti, contribuendo seppure involontariamente a incrementare il traffico di esseri umani e supplendo alla responsabilità che spetta all’Unione europea, ottundendo il vincolo di solidarietà che grava su ciascuno Stato membro”.
“Il governo italiano – prosegue – sta ribadendo agli altri Stati Membri dell’Ue e alle Istituzioni europee la ferma convinzione che sia improcrastinabile l’avvio della definizione di un meccanismo stabile e sostenibile per la gestione complessiva delle fasi di sbarco, redistribuzione, rimpatrio. Dopo il caso Diciotti il governo italiano si è fatto promotore di una insistita iniziativa volta a sollecitare le istituzioni europee affinchè vengano tempestivamente attuate le conclusioni adottate all’esito del Consiglio europeo dello scorso fine giugno”. E ancora: “Stiamo registrando segnali di avvicinamento nel segno di una comune consapevolezza degli Stati Membri che se non si lavorasse ad un simile meccanismo non solo non si darebbe coerente attuazione alle decisioni prese all’ultimo Consiglio Europeo, ma si verrebbe meno all’impegno alla solidarietà e all’equa ripartizione di responsabilità previsto dal Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea”.
La musica è cambiata, quindi. E L’Ue deve prenderne atto. Dopo 30 minuti di discorso, Giuseppe Conte ha chiuso ribadendo un punto. Le operazioni di sbarco della nave Diciotti, “ad avviso delle autorità italiane permanevano in capo alla responsabilità” di Malta. IL GIORNALE.IT