Svelate tutte le accuse contro il pm anti-Salvini
Verrà inviata dalla procura di Roma a quella di Caltanissetta la denuncia contro il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio.
qualche giorno fa, infatti, il j’accuse di Gianni Alemannonei confronti del magistrato che indaga su Matteo Salvini e il suo capo di gabinetto è andato ben al di là dei proclami.
Nell’atto depositato stamattina dal leader del Movimento Sovranista si chiede alla magistratura di accertare “eventuali comportamenti scorretti o illegittimi posti in essere dalla Procura di Agrigento”. Scorrendo l’elenco dei reati ipotizzati a carico del pm anti-Salvini non c’è più solo quello di “Attentato contro i diritti politici del cittadino” di cui all’articolo 294 del codice penale. L’ipotesi è che Patronaggio abbia violato anche gli articoli 338 cp (“Violenza o minaccia ad un corpo politico”), 347 cp (“Usurpazione di funzioni pubbliche”), 326 cp (“Rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio”).
La denuncia parte dalla presunzione di innocenza del vicepremier che, secondo Gianni Alemanno, ha tenuto una condotta “trasparente e lineare”. “Noi non vogliamo difendere Matteo Salvini – specifica Alemanno – ma vogliamo difendere il nostro diritto di elettori a veder rispettato un mandato elettorale ben preciso: Salvini e la Lega hanno ottenuto voti promettendo di bloccare i flussi migratori, il contratto di governo che è stato votato dal parlamento recepisce questo impegno, ed è giusto che il ministro degli Interni vada avanti su questa strada”. Ecco, allora, perché la prima ipotesi di reato citata nella denuncia è proprio quella di “attentato ai diritti politici dei cittadini”.
Ma non solo. L’aver preannunciato le eventuali conseguenze giudiziarie di un atto, invece, squisitamente politico “potrebbe concretare gli estremi dell’avvertimento esplicito o della velata minaccia”, spiega l’avvocato del Movimento, Domenico Naccari. Quindi l’usurpazione di pubbliche funzioni “quantomeno nella forma del tentativo” poiché “avendo dato comunicazione dei nominativi iscritti nel registro degli indagati, prima dell’autorizzazione all’ingresso nel territorio dello Stato dei migranti della Diciotti, la Procura potrebbe aver contribuito a determinare il via libera allo sbarco, usurpando una prerogativa non sua”. Ed infine, “il solo fatto di aver rivelato nel corso delle indagini i nomi degli indagati con specificazione delle gravi e infamanti notizie di reato a loro carico potrebbe configurare la violazione del segreto istruttorio”.
Adesso, spetta al procuratore della Repubblica di Caltanissetta verificare la fondatezza delle accuse mosse da Alemanno. Nel caso in cui la richiesta dovesse essere accolta, il paradosso vorrebbe che il pm anti-Salvini si verrebbe a trovare nelle stesse condizioni del suo indagato. IL GIORNALE.IT