Salvini: ’50 pagine di accuse nei miei confronti, pensate che io abbia paura e mi fermi?’
“50 pagine di accuse nei miei confronti, 5 reati contestati (sequestro di persona!), 30 anni di carcere come pena massima.
Voi pensate che io abbia paura e mi fermi? Mai”.
Lo scrive su Facebook Matteo Salvini condividendo un articolo dell’ANSA che riporta la notizia che la procura di Agrigento ha trasmesso fascicolo di indagine sul ministro dell’Interno stesso e il capo di gabinetto del Viminale Piantedosi al Tribunale dei ministri di Palermo.
“So che in Italia ci sono tanti giudici liberi, onesti e imparziali, per me ‘prima gli Italiani’ significa difendere sicurezza e confini, anche mettendosi in gioco personalmente,” aggiunge Salvini, che conclude: “Di politici ladri, incapaci e codardi l’Italia ne ha avuti abbastanza. Contate su di me, io conto su di voi”.
“A portare gli atti del procedimento,” riporta l’ANSA “che entro 15 giorni la Procura di Palermo dovrà trasmettere al tribunale dei ministri con eventuali richieste, anche istruttorie, sarà la Guardia costiera a cui i pm agrigentini hanno delegato l’inchiesta”.
“Salvini e Piantedosi” spiega Ansa.it “sono indagati per sequestro di persona a scopo di coazione, sequestro di persone, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio e arresto illegale. Nel fascicolo trasmesso alla Procura di Palermo, oltre ai verbali con le testimonianze dei funzionari del Viminale e degli ufficiali della Guardia costiera sentiti, c’è la memoria dei pm che illustra gli aspetti tecnico-giuridici del caso”.
A giudicare Salvini saranno tre giudici: il 52enne Fabio Pilato, il quale fino a poco tempo fa aveva ricoperto la carica di giudice tutelare proprio presso il tribunale di Palermo.
Filippo Serio che proviene dal tribunale del Riesame: il nome di quest’ultimo – secondo quanto riportato dal Fatto Quotidiano – “nel 2011 il suo nome è finito in una lista nera di ‘amici degli immigrati’ pubblicata su un sito neonazista (Stormfront)”. Il motivo è che il magistrato “aveva annullato la misura cautelare per un migrante: l’ordinanza non era stata tradotta in lingua inglese”.
Il terzo è Giuseppe Sidoti, che ha una esperienza di magistrato fallimentare.