“L’inchiesta? Vergognosa, finirà in nulla”
Roma – «L’indagine su Salvini? Finirà tutto in una bolla di sapone»: Nicola Molteni, sottosegretario all’Interno, ne è convinto.
Immigrazione: come avete fatto a far calare i flussi?
«Abbiamo un ministro che non solo promette, ma soprattutto fa. I numeri dicono questo: gli arrivi, rispetto allo scorso anno, sono diminuiti di oltre l’80%. Ancor di più da quando lui è al Viminale».
Eppure i magistrati hanno deciso di indagarlo. Che c’è dietro?
«È un’indagine vergognosa. Non ho mai contestato, criticato o offeso un magistrato e mai lo farò perché rispetto l’operato della magistratura. Indagare è un dovere e un diritto, ma lo si deve fare in maniera riservata, senza spettacolarizzazioni ed esibizionismo. Rispetto l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e chiedo che la magistratura rispetti l’autonomia e l’indipendenza della politica».
Come reagirà Salvini?
«Credo che questa inchiesta verrà archiviata e che tra i reati contestati non ci siano i presupposti per il sequestro di persona o per l’arresto. Quanto all’abuso d’ufficio, è ciò che si contesta quando non si sa che cosa contestare. Finirà tutto in una bolla di sapone. Mi rammarica che prima di arrestare gli scafisti si siano indagati il ministro dell’Interno e il suo capo di gabinetto».
La sinistra critica la scelta di piazzare i migranti della Diciotti a Rocca di Papa e in Albania. Non è un po’ demagogico?
«Dal 2013 a oggi abbiamo avuto sbarchi di 700mila presunti profughi e richiedenti asilo e la responsabilità politica è della sinistra. Il fatto che Salvini riduca di circa un miliardo i costi dell’accoglienza ha dato fastidio a chi ci ha mangiato con la complicità di alcune cancellerie europee. Penso alla Francia ipocrita di Macron che promette di accogliere 10mila profughi e poi ne prende 641. Se vuol fare qualcosa di utile butti giù il muro di Ventimiglia e li faccia entrare».
Esiste un collegamento tra immigrazione e criminalità?
«Oggi sarò con Candiani in Sicilia per incontrare la figlia dei due pensionati che tre anni fa furono uccisi da un irregolare ospitato a Mineo. Segno che tra criminalità e immigrazione un legame c’è. Stiamo lavorando anche su questo. E poi sulla legittima difesa affinché gli italiani abbiano diritto di difendersi in casa propria. Non vogliamo creare un far west o armare la gente, ma disarmare i criminali».
Ieri il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha portato a Vienna la proposta di modifica delle regole dell’operazione Sophia. Siete d’accordo?
«Mi auguro che si possa arrivare a una modifica delle regole di ingaggio di Eunavfor Med Sophia. Altrimenti dovremo pensare a rivedere la missione. Sarebbe già qualcosa se si ottenesse la rotazione dei porti che si affacciano su Mediterraneo. L’Europa è un morto che cammina, spero che su questo batta un colpo».
Polizia, sono previste nuove dotazioni?
«Per la prima volta al ministero dell’Interno c’è un leader che ha messo al primo posto del programma il tema sicurezza. A breve inizieremo la sperimentazione dei taser perché oggi in questo Paese ha più tutele un delinquente che un militare. Potenzieremo organici e dotazioni affinché sia più tutelato chi rischia la vita per garantire la sicurezza».