Calabria, 10 morti nel fiume. Ora si cercano tre dispersi
Il torrente Raganello ancora in piena sta rendendo difficili le ricerche di eventuali altre persone bloccate nelle gole all’interno del parco del Pollino (Calabria), intanto il numero dei morti è stato portato a 10 e le persone disperse sono tre.
Nella notte uno dei feriti è deceduto in ospedale per un trauma toracico riportato nell’esondazione del torrente. Per quanto riguarda gli altri feriti, invece, sono almeno 5 le persone in gravi condizioni. Una bambina di 9 anni è stata trasferita all’ospedale di Napoli, mentre quattro uomini presentano politraumi.
La speranza “è che non ci sia nessuno o che siano riusciti a mettersi in salvo, ma non possiamo ancora sapere se e quante persone sono lì dentro perché non esiste un registro di chi entra ed esce dalle gole”, spiega all’AdnKronos Domenico Gioia, coordinatore Guide dell’Aigae (Associazione italiana delle guide ambientali escursionistiche) della Calabria, che si trova a Civita per seguire le operazioni di ricerca e soccorso.
Un percorso, quello delle gole, “che ha solo due ingressi – spiega il coordinatore delle guide Aigae calabre – uno dalla parte di Civita e uno a distanza di 13 km, a San Lorenzo Bellizzi. Questo significa che una volta che ti inoltri nelle gole non c’è altra via di fuga, devi percorrere tutti e 13 i km”. Questo significa significa anche che, con il letto del fiume ancora ingrossato, l’accesso alle gole è bloccato e quindi diventa veramente difficile procedere coi soccorsi. Perciò, le ricerche continuano dall’alto. I soccorritori si calano dall’alto, non senza difficoltà.
“La difficoltà ad avere un quadro chiaro di chi manca all’appello è dovuta al fatto che gli escursionisti erano in gruppi sparsi” spiega il capo della Protezione civile calabrese, Carlo Tansi. Ma ad essere travolti dall’ondata di piena sono state anche persone che avevano deciso di fare un tuffo nel torrente. Una delle vittime, infatti, è stata rinvenuta in costume da bagno, senza l’attrezzatura necessaria per le escursioni. La situazione, quindi, si fa piuttosto grave. La forza dirompente dell’acqua, alimentata dal violento temporale che si è abbattuto nella zona, ha scaraventato le vittime anche a cinque chilometri di distanza dal luogo in cui sono state travolte. I sopravvissuti parlano di un boato, seguito da un muro di fango che ha trascinato via tutto.
La tragedia che ha investito la Calabria tocca da vicino anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini che su Twitter manda un “pensiero alle famiglie e una preghiera per le vittime di questa tragedia in Calabria”. IL GIORNALE.IT