Caso Diciotti, il luogotenente della Guardia Costiera critica il governo: “Imbarazzante”
Sul ruolo della Guardia costiera nel mar Mediterraneo si è detto tanto
E molto forse si parlerà ancora sugli interventi di salvataggio in favore dei migranti e, in particolare, dell’ultimo evento. Quando la nave Diciotti ha salvato 190 immigrati ma il Viminale sostiene di non essere stato informato.
Bene. Nel dibattito pubblico oggi però entrano anche le dichiarazioni, rilasciate in una intervista al Corriere della Sera, da parte del primo luogotenente Antonello Ciavarelli, delegato Cocer della Guardia Costiera italiana. Perché le sue parole, neppure troppo velatamente, sono una dura critica al governo. Critica che alcuni non si aspettano da un militare che- parole sue – “ovviamente obbediamo al governo”.
La Diciotti in questo momento sta facendo rotta verso Catania. Il ministro Toninelli ha annunciato che è li che la nave attraccherà, ma dal Viminale fanno sapere che al momento Salvini non ha autorizzato alcuno sbarco.
Ma torniamo a Ciavarelli. “Ci sono tanti colleghi che in questi giorni mi stanno scrivendo per esprimere disagio – ha detto – Sui social ci stanno attaccando: attaccano la Guardia costiera, ci sono richieste al governo di destituire il comandante generale, l’ammiraglio Giovanni Pettorino. Paragonano la nave Diciotti a quella di una Ong, il nostro operato a quello degli scafisti. Sono attacchi ingiusti…”. Successivamente, però, il primo luogotenente definisce “incomprensibile” e “imbarazzante” la scelta del governo di tenere l’imbarcazione della Guardia Costiera al largo di Lampedusa per alcune ore. “La nave Diciotti è una nave militare dello Stato italiano e le viene impedito di ormeggiare in un porto italiano! – ha detto – Noi militari ovviamente obbediamo al governo, però ci aspettiamo anche una politica più risoluta nel dare disposizioni!”.
Non solo. Le indicazioni più “risolute” Ciavarelli se le aspetta perché i “177 migranti per ora sono tranquilli e i colleghi a bordo mi scrivono su whatsapp che tutto va bene”. Ma secondo il militare “se le stesse persone capissero che li vogliamo riportare in Libia o trasbordare su un’altra nave diretta in Libia, ecco che sarebbero disposti a tutto, anche al suicidio”.
La linea di Ciavarelli è chiara: “Chi ha bisogno di aiuto in mare non può aspettare! Perciò l’auspicio è che la politica italiana e quella internazionale decidano in fretta su come affrontare i flussi migratori. Senza lasciare il cerino acceso in mano ai guardacoste italiani”. Salvini che dirà? IL GIORNALE.IT