Genova, ponte Morandi: autostrade, tutti i regali della sinistra ai Benetton

Il Fatto quotidiano, per sdrammatizzare, definisce la regolazione delle concessioni autostradali in Italiaย “Metodo Marzullo – si faccia una domanda e si dia una risposta”. Nel senso che quando le autostrade italiane vennero date in gestione ai privatiย nel 1999 (al governo c’era D’Alema), si creรฒ un sistema quantomeno bizzarro, con il gestore autostradale che era di fatto ilย controllore di se stessoย essendo l’unico a effettuare i periodici controlli sulle strutture autostradali.

Stesso discorso vale, sempre secondoย Il Fatto, per ilย piano pedaggi, cioรจ ricavi e profitti: una norma generale del 1994 stabiliva che prima diย privatizzare imprese operanti in servizi di pubblica utilitร ย si istituisse unย regolatore indipendenteย per la determinazione delle tariffe e il controllo della qualitร . Per questo furono istituite le varieย “Authorithy”ย per l’energia, le comunicazioni e via dicendo.

Ma questo non avvenne al momento di privatizzare autostrade e aeroporti. L’Autoritร  per i trasportiย รจ nata soloย nel 2011, รจย diventata operativa nel 2013ma la sua legge istitutiva dispone che per il settore autostradale debba occuparsi solo delleย nuove concessioni, non di quelle giร  in essere.

In piรน, cosa incredibile, le concessioni autostradali sono da sempreย secretateย e non ne conosce i contenuti neppure l’Autoritร . L’ex ministro Delrio le rese pubbliche sul sito del ministero, ma senza gli allegati riguardanti i piani finanziari che giustificano le tariffe e le loro variazioni nel tempo

Ancora, un altro vantaggio per i gestori รจ quello di poter caricare nelle tariffe il recupero finanziario diย investimenti che si faranno forse in futuro. Infine, il concedente (ovvero lo Stato), in caso di grave inadempienza del concessionario (ad esempio Autostrade per l’Italia), puรฒ fareย decadere la concessioneย ma in tal caso deve indennizzarlo dei profitti che avrebbe conseguito per gli annui residui della concessione

 

 

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