Lo “scippo” sulle pensioni Tagli sull’assegno del 20%
Il taglio delle pensioni è ormai alle porte. Il provvedimento messo in cantiere dal governo sarà calendarizzato per settembre e di fatto è altamente probabile che da gennaio scatterà la sforbiciata sugli assegni.
Come ha ricordato ilGiornale le categorie che saranno colpite maggiormente sono quelle dei professionisti e dei dirigenti. Nel mirino dell’esecutivo ci sono tutti gli assegni che superano i 4000 euro netti. Una paltea di almeno 158mila pensionati che con una mossa improvvisa andrebbero a perdere una fetta importante dell’assegno. E a quanto pare il taglio, secondo quanto riporta Repubblica, sarà del 10 e del 20 per cento sugli assegni in rapporto all’anticipo del pensionamento rispetto ai nuovi paletti che ha intenzione di inserire il governo. Secondo le stime dell’esecutivo da questi tagli dovrebbe arrivare un risparmio di circa 500milioni all’anno che andrebbe a finanziare l’innalzamento delle minime. Nel mirino ci sono tutti quei pensionati che hanno un reddito superiore a 80mila euro lordi l’anno. Sotto questa soglia le forbici del governo resteranno a riposo.
Taglio definitivo
Il testo presentato da Lega e M5s sarà permanente e anche retroattivo. Per quanto riguarda la portata della sforbiciata che come detto va dal 10 a 20 per cento dell’assegno, il principio applicato è colpire maggiormente chi va via prima. Ma attenzione: il calcolo verrà fatto anche su tutti quei soggetti che in passato sono andati in pensione con altri limiti di età rapportandoli a quelli attuali. In questo caso dunque una platea vasta di pensionati che legittimamente hanno lasciato il lavoro verrà punita con un taglio che invece fa i calcoli tenendo conto gli attuali limiti di età per l’uscita che come è noto si sono allungati.
Quanto si perde
Ad esempio chi ha lasciato il lavoro seguendo nel 1995 il limite di 62 anni adesso dovrà fare i conti con la nuova soglia che ha in cantiere il governo a 64 anni. Bastano due anni di differenza e scatta la penalizzazione. Una donna che invece ha lasciato il lavoro con il limite di 57 anni nel 1995 adesso, adeguandosi ai nuovi limiti potrebbe subire il taglio del 20 per cento dell’assegno. Di certo per avere un quadro più chiaro della situazione bisognerà attendere i paletti che il governo fisserà definendo meglio il testo presentato da M5s e Lega. Ma di certo lo scontro tra esecutivo, pensionati e sindacati sarà durissimo… IL GIORNALE.IT