Saviano è un copione non un scrittore: la bomba di Salvini lascia tutti senza parole.
Saviano e Salvini continuano a scontrarsi.
Dopo la querela indirizzata dal ministro allo scrittore, arriva un nuovo affondo del leader del Carroccio.
Dal palco della Festa della Lega, tenutasi a Cervia, è tornato a parlare dello scrittore campano, sebbene non sia arrivato a nominarlo:
“Sono al governo da due mesi e mi hanno denunciato circa 35 volte. Un record: insulti, minacce, di tutto. Non ho querelato quasi nessuno. Ne ho querelato uno, ma non perché ce l’ho con lui ma perché mi puoi contestare ma non ti puoi permettere di dire che aiuto la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta perché prima ti sciacqui la bocca. Perché io la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta la voglio vedere finire sul fondo del mare in mutande e voglio portargli via fino all’ultimo centesimo”.
Rispetto alle voci sorprese della denuncia di un ministro dell’Interno ad uno scrittore, ha tuonato: “scrittore… un copiatore“.
E ha aggiunto: “ma come delle idee? Mi ha dato del delinquente, dell’assassino e del mafioso; non è un modo diverso di pensare il mondo”.
Rispetto alla tanto discussa scorta ha precisato: “fortunatamente non decide il ministero dell’Interno. Decidono gli uffici competenti in base ad analisi tecniche”.
Rivolgendosi poi ai presenti ha concluso: “Vi posso dire che ho chiesto di dare un occhio non ad una ma a tutte le 600 scorte perché un bel po’ non servono a niente e a nessuno e tolgono dalle strade 2000 poliziotti e 2000 carabinieri”.
Se Saviano, dunque, dovesse essere in pericolo per coloro che effettueranno i controlli… la scorta se la terrà eccome.
Fonte: Secolo d’Italia