Tasse agli immigrati per aiutare le famiglie italiane: la svolta shock della Lega. I dettagli.
La famiglia italiana tradizionale è una delle priorità del nuovo governo.
Ebbene, nello specifico, la Lega non ha intenzione di tirarsi indietro e venire meno sulle promesse fatte agli elettori.
Qualche giorno fa, infatti, il ministro dell’Interno ha ribadito il suo fastidio nel vedere le famiglie italiane ridotte ad avere uno o due figli al massimo.
Salvini, quindi, vorrebbe aiutare i giovani italiani a procreare di più. In che modo? Sostenendoli economicamente e tassando le rimesse degli immigrati.
La Lega ha le idee chiare da sempre, tant’è che la legge che le sintetizza è stata proposta da alcuni suoi esponenti già a Marzo.
Ci sono alcune precisazioni che occorre fare per interpretare al meglio la mentalità del Carroccio.
Innanzitutto la famiglia che la Lega intende sostenere è quella “fondata sul matrimonio tra uomo e donna” perché è l’unica che “tutela e garantisce il ruolo sociale dell’educazione dei figli” per mezzo delle “figure genitoriali quale madre e padre”.
Sull’argomento Lega e M5s si sono scontrati molto ma i salviniani intendono continuare senza cambiare idea.
In termini pratici, come scrive Repubblica, l’intento è quello di sostenere gli italiani per l’acquisto della prima casa, e di fornire degli assegni mensili a chi ha dei bambini sotto i 3 anni.
A questi si aggiungerebbero dei buoni da mille euro annuali per servizi essenziali e notevoli detrazioni fiscali. Infine: asili gratis con l’aumento dei posti.
A far storce il naso a molti, però, sono i destinatari delle iniziative della Lega.
Salvini, infatti ha intenzione di rivolgerle solo “ai cittadini italiani o di Stati membri Ue componenti i nuclei familiari”.
I leghisti hanno pensato, inoltre, ad una”imposta di bollo sui trasferimenti di denaro all’estero effettuate dalle apposite agenzie”: un 3% sull’importo “trasferito con ogni singola operazione, con un minimo di prelievo pari a 5 euro”.
Aiutare le coppie italiane, si, ma tassando gli immigrati..
E tu… sei d’accordo?
Fonte: Il Giornale