Mandato in una comunità a spese degli italiani. E guardate come ha fregato lo Stato.

Il presidente del tribunale Giuseppe Spadaro, giudice estensore, fa notare in sentenza la “particolare scelleratezza” della condotta “volta non solo a raggirare la legge ma altresì a cagionare un danno economico alla pubblica amministrazione, servendosi delle risorse che quest’ultima mette a disposizione in protezione di quei soggetti realmente bisognosi di un aiuto da parte delle istituzioni”.

Ecco di chi stiamo parlando. Un minore albanese si presentò in Questura dicendo di essere solo in Italia e senza possibilità di sostentamento.

Il giovane allora fu mandato, come prevede la legge, in una comunità e le spese per il suo mantenimento sono state affrontate da un ente pubblico, che si è fatto carico anche di scuola e progetti educativi.

Ma da indagini svolte in seguito si è visto che il giovane era arrivato in Italia con il padre: “Sarebbe davvero inverosimile sostenere che il minore mentisse sulla propria condizione personale per motivazione diversa dall’indurre in errore le forze dell’ordine”, osserva la sentenza.

Dichiarando il falso il giovane ha infatti realizzato “concretamente il progetto criminoso preordinato dai genitori che inducevano il figlio ad abbandonare il proprio Paese di origine per trovare un soggetto terzo che si occupasse del mantenimento”.

Si può dedurre, afferma la sentenza, che sia stato il padre a ideare il tutto, organizzando il viaggio con l’esclusivo intento di sistemare il figlio. Un piano per aggirare le leggi italiane e creare un danno economico alla pubblica amministrazione, a cui il ragazzo si sarebbe sostanzialmente prestato.

Cosa ha stabilito il tribunale? Un anno di reclusione e 500 euro di multa per aver ingannato lo Stato italiano, il quale si era fatto carico del minore mantenendolo con circa 77 euro al giorno.

Fonte: Il Populista

 

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