Proibito parlare del passato da mafioso del padre di Daisy: antirazzisti minacciano di morte Laura Tecce
È proibito parlare del passato torbido della famiglia di Daisy Osakue e dei trascorsi da boss della mafia nigeriana del padre Iredia. Gli antirazzisti di estrema sinistra, sostenitori del terrorismo e dei mafiosi pur di delegittimare l’avversario politico, minacciano di morte la giornalista Laura Tecce.
“Devi sparire”, “essere spregevole”, “che post miserabile: Vi meritate fucilate in bocca. Nient’altro”. Sono le minacce che la giornalista de Il Giornale Laura Tecceha ricevuto su Facebook per aver svolto il suo lavoro e dare per prima la notizia sui trascorsi del padre di Daisy Osakue.
“Ops! Guardate un po’ che ho scoperto – aveva scritto la cronista – in un articolo di Repubblica datato 2002 si parla di una retata dei carabinieri di Moncalieri in cui furono arrestati per sfruttamento della prostituzione di connazionali nigeriane Odion Obadeyi, 28, Lovely Albert, 30 anni, il convivente di quest’ ultima, Iredia Osakue, 29 anni, tutti e tre clandestini e Silvano Gallo, 50 anni, di Nichelino che aveva formato una gang specializzata nello sfruttamento di decine di prostitute di colore il cui ingresso clandestino in Italia era favorito da un “phone center” di San Salvario”. E con la collaborazione del Comando dei carabinieri di Moncalieri ha poi ottenuto una copia del verbale della condanna che ha pubblicato.
Ma l’evidenza dei fatti non ha fermato il popolo “anti-razzista” e in poco tempo sono arrivati alla Tecce insulti e minacce di morte.