Renzi e Berlusconi portano al matrimonio il Pd e Forza Italia. Gentiloni fa il celebrante e i media di regime il coro
Or incomincian le dolenti note
a farmisi sentire; or son venuto
là dove molto pianto mi percuote.’ (Divina Commedia/Inferno/Canto V , v. 25-27)
Di fronte alle ultime esternazioni di Matteo Renzi al Sole 24 Ore, mi è tornato alla mente questo celebre verso dantesco.
Il dolore ognuno lo esprime a modo suo, secondo le proprie inclinazioni.
Renzi non sfugge a questa legge di natura.
Infatti lo esprime con la baldanza, con la spacconeria, con la spocchia del perdente che comunque si sente superiore al vincitore.
Il giornale della Confindustria (associazione con cui Marchionne si vergognava di aver a che fare tanto che ne fece uscire la FIAT), si presta a fare da megafono al grido di dolore represso che diventa invettiva, anzi semplice scarico di bile.
Renzi si fa profeta di sventura in stile Fassino, suo umile seguace.
Vi lasciamo immaginare con quale sospiro di sollievo, in casa 5Stelle e Lega, è stata accolta quindi la profezia renziana preceduta da sì tanto celebri profezie di sventura, sempre rivelatesi di valenza opposta e cioè così tanto beneauguranti che non c’è alcuno che non desideri che Fassino le formuli, sempre di disgrazia, contro di lui.
Ma poteva il massimo mentore di Renzi lasciarlo solo, dopo che lo ha voluto come presentatore in Mediaset, lui che è stato maestro nell’arte di primeggiare e da cui l’allievo prediletto l’ha appresa e poi praticata?
Infatti ecco Berlusconi a dar man forte a Renzi facendo dichiarazioni sulla stessa falsariga.
Berlusconi si fa infatti anche lui profeta, prevedendo la fine prossima ventura del Governo Conte.
Sommessamente diamo a Berlusconi un consiglio non richiesto: ha sentito la Ghisleri prima di avventurarsi in tale, perlomeno azzardata, profezia funesta per i 5Stelle e la Lega?
Si è aggiornato sugli ultimi sondaggi?
Poteva mancare l’officiante per sì augusto matrimonio? Certamente no.
Ecco Gentiloni che benedice con copiose benedizioni il matrimonio tra Renzi e Berlusconi, il Nazareno (bis, ter, quater?).
All’urlo rabbioso dei pezzi da novanta (si fa per dire…) si aggiunge il sussurro lieve di Martina, riportato dai media con una breve frase di circostanza, doverosa, ma da comparsa, come fosse di uno dei tanti della folla che si vorrebbero nella scena principale.
Ma purtroppo per il PD non meno che per Martina, il suo capo ufficiale non viene considerato tale.
Così oggi abbiamo il principale partito di opposizione acefalo, nel senso che è così pluricefalo che diventa impossibile individuare quale è la testa che prevale sulle altre, le quali poi dovrebbero rotolare per terra per rimanerne solo una.
Non lo dirà esplicitamente nessuno, ma dal comportamento del media mainstream italico, si evince che il capo resta e rimane l’ineffabile dimissionario mai dimissionato.
Povero Martina, se avesse un po’ di rispetto, non fosse per se stesso, ma per il partito che lo ha eletto (sic!) come suo capo si dovrebbe dimettere subito…
Per l’ennesimo chiarimento, naturalmente!
Ebbene il colonnello Martina si dice d’accordo con il generale Gentiloni, il quale, come Martina, non può dire che è d’accordo con il Grande Capo, L’Innominabile (dentro il PD ufficiale) Fiorentino, adesso accasatosi nella nuova villa (presa con mutuo sub prime, copyright Il Fatto Quotidiano).
Questo matrimonio di interesse, suscitato dal primordiale istinto di sopravvivenza, dovrebbe, negli auspici e nei calcoli, consentire ai contraenti ufficiali, PD e FI, di resistere, facendo un unico corpo, alla ‘legge gravitazionale’ della politica che attrae la loro massa per poi essere assorbita, il primo dai 5Stelle e il secondo dalla Lega.
La paura è tanta e fa novanta!
E rende ingeribile e digeribile, per gli ufficiali in seconda, terza e quarta, l’alimento ritenuto più tossico, il berlusconismo per l’uno e il ‘sinistrismo’ per l’altro.
Essi sono stati allevati e allenati da due decenni all’odio reciproco per fidelizzare le rispettive truppe, come gli si potrà oggi dire: scusate ci siamo sbagliati e dall’odio passiamo all’amore?
L’incitamento all’odio, in cui primeggiavano le grandi corazzate dei media Repubblica e Corriere, era forse anche interessato, perché così si impediva la nascita di terzi incomodi, ma per i cervelli e i cuori di gregari e soldati semplici non sarà facile dimenticare il ventennale deposito di rancore viscerale.
Ecco quindi la domanda decisiva: i comandanti del PD e FI in prima e a seguire, hanno tenuto conto di cosa pensa l’esercito dei gregari e soprattutto la truppa degli elettori?
Certo da un po’ di tempo a questa parte Repubblica e Corriere hanno cominciato il percorso pedagogico di disintossicazione dall’odio verso Forza Italia e infatti non più tardi di ieri richiamavano con titoloni all’alleanza di tutti i moderati contro il ‘sovranismo’.
Però, siccome chi si è portato dentro il veleno dell’odio e lo ha conservato per tanto tempo ha l’organismo che non può fare a meno di esercitarlo, ecco che si è trovato la maniera di farlo sfogare contro i nuovi demoni.
Viene infatti indirizzato contro la Lega (il Vade Retro di Famiglia Cristiana divulgato da Repubblica e Corriere con gli altri), e soprattutto contro i 5Stelle, affinché i gregari – portati a ragionare sul terreno della convenienza – percepiscano chiaramente i nuovi reali nemici e i lettori, ancorché in inarrestabile e inesorabile diminuzione, siano orientati a mantenersi fedeli al PD e mini satelliti a prescindere, in considerazione dei terribili pericoli incombenti.
E’ in corso infatti da parte di Repubblica e Corriere seguiti dagli altri media di regime, un vero e proprio terrorismo mediatico contro il Movimento 5 Stelle e contro la Lega.
E così per officiare il matrimonio PD e FI tutto è pronto, i celebranti e il coro.
Non con l’Alleluia ‘vetusta’ che si canta nelle parrocchie ‘retrograde’, ma con quella di Cohen che si canta in quelle trendy.