“Tagliare i sussidi agli immigrati e aumentare le pensioni minime agli italiani”. Ecco il piano di Salvini
Non solo taglio delle tasse e rivoluzione fiscale. Ecco il piano choc del vice ministro Matteo Salvini per aumentare le pensioni minime ai poveri italiani: tagliare tutti i sussidi alle famiglie di immigrati e stretta sui ricongiungimenti familiari.
“Già da quest’anno ci dovranno essere dei segnali concreti a prescindere dalla situazione economica internazionale su lavoro, tasse, pensioni ed Equitalia”.
La sfida è lanciata. Dopo aver imposto un roboante stop all’invasione dalle coste del Nord Africa, vincendo il violento braccio di ferro con le Ong, Matteo Salvini mette al centro dell’azione di governo le misure economiche per il rilancio del sistema Italia. “La manovra economica sarà in autunno – ha annunciato dopo aver donato il sangue all’Avis – quindi i provvedimenti economici dovranno entro quest’anno dare un segnale di inversione di tendenza, dovremmo almeno cominciare le riforme che ci siamo impegnati a fare”. In primis il taglio della pressione fisccale e la riforma del sistema previdenziale.
Non parla da ministro dell’Interno. Quei panni li veste quando affronta di petto le organizzazioni non governative e sfida gli Stati dell’Unione europea per non fare più arrivare immigrati clandestini sulle nostre coste. Adesso guarda più in là, ai prossimi mesi, quando il governo dovrà mettere a punto la manovra. E, parlando da vicepremier, lavora già a quelle riforme economiche promesse durante la campagna elettorale. Le parole pronunciate ieri durante il G20 dal ministro dell’Economia Giovanni Tria sono suonate come un duro monito al leader leghista. “Il governo – ha detto il titolare del Tesoro – dovrà stare dentro quei limiti di bilancio necessari per conservare la fiducia dei mercati ed evitare l’instabilità”. Se da una parte l’altro vicepremier (Luigi Di Maio) ha assicurato che non è in corso alcuno scontro con Tria, dall’altra Salvini non si è fatto alcun problema a dirsi pronto a superare i vincoli imposti da Bruxelles, come quello del 3% del rapporto deficit/Pil, se lo richiedesse “il bene degli italiani”. “Tria fa il ministro dell’Economia, quindi deve essere prudente per missione – ha, poi, chiarito – noi saremo lo stimolo”.
Quello che ha in mente Salvini è il taglio delle tasse e e l’innalzamento delle pensioni minime. Due riforme che non sono propriamente a costo zero. “Se gli italiani avessero voluto proseguire sulla linea di Monti, Letta, Padoan, Renzi e Gentiloni – ha spiegato oggi in una intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera – avrebbero votato in modo diverso”. La sforbiciata alla pressione fiscale dovrebbe rientrare già nella prossima manovra. I gruppi di lavoro istituiti da Lega e M5s sono già al lavoro e dovranno presentare il report già entro la fine di agosto. Pur di farlo, però, Salvini è dispoto a un altro scontro con l’Unione europea. “Noi metteremo al centro la crescita e la pace fiscale, che ti porta soldi e non li porta via, e ti consenti di avviare la flat tax – ha assicurato – poi la riforma delle pensioni per aprire il mercato ai giovani, che va fatta a prescindere dai numeri di Bruxelles”.
L’innalzamento delle pensioni minime (quelle sotto i 500 euro, per intenderci), quasi sicuramente, non rientrerà nelle misure che il governo mettereà in campo nei primi sei mesi. Tuttavia, come ha assicurato durante la trasmissione Aria Pulita su Italia 7 Gold, resta un obiettivo primario che verrà tramutato in legge subito dopo aver tagliato “alcuni sprechi”. Tra questi le pensioni sociali erogate agli immigrati che sono arrivati in Italia grazie ai ricongiungimenti familiari. Si tratta di persone sopra i 65 anni che non hanno “mai pagato una lira di contributi” e che ad oggi ci costano oltre un miliardo di euro l’anno. “Stiamo cercando il modo di andare a tagliare quelli che sono sprechi evidenti per reinvestirli nelle pensioni più basse – ha continuato Salvini – anche il taglio delle pensioni d’oro sono soldi da risparmiare per andare a reinvestirli nelle pensioni più basse”.