‘Prego perché la tratta dalla Libia non finisca’ – Emerge il business dei migranti della mafia nigeriana
Dopo 3 anni di indagini su droga e prostituzione, la Questura di Perugia porta alla luce quel mondo criminale che si arricchisce grazie all’immigrazione.
“Prego perché la tratta dalla Libia non finisca”: si legge in alcuni passaggi delle intercettazioni relative ad un’inchiesta della squadra di mobile di Perugia su droga e prostituzione, riportate da Perugia Today.
In quei barconi pieni di uomini donne e bambini, che salpano continuamente da svariati anni dalle coste della Libia verso l’Italia, non ci sono solo persone che scappano dalla guerra e cercano asilo politico. In mezzo a migranti economici e profughi ci sono anche persone che poi diventeranno schiave, andando ad alimentare il giro della prostituzione e della droga.
La polizia di Perugia ha raccolto svariate prove a sostegno: intercettazioni e testimonianze, che hanno reso possibile il salvataggio di una ventina di ragazze dalle grinfie della criminalità organizzata. E le conseguenti denunce che hanno portato all’arresto di otto nigeriani che operavano nel territorio umbro.
La ‘merce umana’, veniva selezionata in qualche paesino nigeriano. Le più belle dei villaggi venivano persuase in un modo o nell’altro a mettersi in marcia per la Libia. E da lì, buttate nei campi profughi in attesa dell’imbarco per l’Italia.
Questa è la testimonianza, raccolta nell’inchiesta della Polizia, di una donna nigeriana, una ex prostituta: “Sono partita dalla Nigeria insieme ad altri connazionali, uomini e donne. Poi siamo saliti su dei camion – ammassati come animali – per arrivare in Libia. Una volta qui sono stata reclusa in un campo profughi, picchiata e brutalizzata. Ho aspettato un mese prima di essere imbarcata”.
E senza essere ancora arrivata in Italia, era già una schiava del mondo della prostituzione. Infatti, il biglietto per imbarcarsi in un barcone, lo ha pagato con il suo corpo, come lei stessa racconta: “Hanno preferito gli scafisti (un libico e un nigeriano), su richiesta esplicita, che mi concedessi sessualmente al posto del biglietto”.
E una volta arrivate in Italia venivano messe in strada o in appartamenti a prostituirsi. Nessuna poteva ribellarsi o venivano punite e violentate.
I ragazzi invece venivano messi a smistare droga. Tutti sotto il controllo della criminalità organizzata nigeriana. Questi giovani spacciatori, una ventina all’incirca sono stati fermati e arrestati dalla Polizia di Perugia.