Luigi Di Maio, il piano diabolico di Giuseppe Conte: come farà crollare il vicepremier
Negli archivi degli osservatori politici si fa fatica a trovare un caso come quello che sta mettendo in crisi il decreto dignità di Luigi Di Maio. Come riporta il Tempo, dai tecnici di palazzo Chigi è stato prodotto un documento critico nei confronti del decreto legge firmato da premier e vicepremier, usando toni mai così duri.
A bacchettare l’iniziativa che vuol essere fiore all’occhiello di Luigi Di Maio è stato il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della presidenza del Consiglio, che ha fatto le pulci al lavoro del dipartimento per gli affari giuridici e legislativi. E la beffa è stata che a metterlo online sia stato lo stesso staff del premier Giuseppe Conte.
Nel mirino dei tecnici sin dallo scorso 9 luglio c’è il punto che ha già fatto saltare i nervi a imprenditori e professionisti ci sono anche questioni lessicali, visto che quelle usate dai collaboratori di Di Maio non sembrano piacere granché. Ad esempio il passaggio in cui spiegano le “misure limitative dei fenomeni di delocalizzazione”, i tecnici di palazzo Chigi correggono: “l’obiettivo non appare coerente nella formulazione ed è probabilmente a intendersi ad esempio come contrasto ai fenomeni di delocalizzazione”. Peggio si va quando i tecnici entrano nel merito delle misure immaginate nel decreto per contrastare il precariato, per loro sarebbero nulle: “Sono indicatori insufficienti agli scopi sopra delineati”.
La mazzata più forte arriva alle conclusioni, quando vengono sottolineate tutte le parti che i diamaiani si sarebbero dimenticati. Per esempio non si dà conto “dell’impatto sociale ed economico del provvedimento sui destinatari. Non fornisce informazioni né sul numero e le tipologia dei destinatari, né sui costi di adeguamento e sui benefici attesi per i lavoratori e imprese che deriveranno dall’attuazione delle nuove disposizioni”. E siamo solo all’inizio.