Immigrati, ecco la nuova rotta per invadere l’Italia. L’ultimo preoccupante allarme: cosa rischiamo
Il blocco di fatto dei porti italiani alle navi delle Ong imposto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, e concretamente a tutte quelle che portano in Italia naufraghi soccorsi in acque libiche, rischia di far nascere una nuova minaccia su rotte alternative, come quella balcanica e al confine con l’Austria. Già prima del vertice di Innsbruck, dal Viminale sono stati inviati cinquanta uomini di rinforzo alla polizia di frontiera, che presidia i confini di Gorizia e Trieste. È da lì che si registrano i maggiori flussi, composti finora da piccoli gruppi di migranti provenienti dai Balcani, ma anche di ritorno da altri Paesi europei, come riporta il Giornale, dove non hanno ottenuto l’asilo.
Il fenomeno dei cosiddetti “movimenti secondari” è destinato a crescere, considerando le posizioni più volte ribadite dal ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, e dal premier austriaco, Sebastian Kurz, di non voler espellere tutti quei soggetti che si vedono respingere la domanda di asilo politico o umanitario.
Alle frontiere italiane del nordest il problema comincia a manifestarsi, come ha confermato l’assessore regionale alla Sicurezza del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti: “Quasi tutti i 5 mila richiedenti asilo presenti qui sono di rientro da altri Paesi dell’Ue che hanno negato loro la permanenza”. L’ufficio immigrazione di Gorizia è stato così potenziato, in modo da far fronte ai doveri dell’Italia derivanti dal Trattato di Dublino.
Agli sportelli è prevista una nuova ondata di richieste di asilo che, una volta valutate ed eventualmente rigettate, dovranno proseguire con i respingimenti “entro 24 ore”, come indicato dal ministero dell’Interno verso la Slovenia. Proprio Lubiana ha respinto un centinaio di immigrati provenienti dalla Croazia, segno che la rotta balcanica verso l’Europa è di nuovo in fermento.