Migranti che ci pagano le pensioni, la lettera di Paolo Savona a Tito Boeri (2017)
Le dichiarazioni del presidente dell’INPS sui migranti che ci pagano le pensioni hanno scatenato una nuova ondata di polemiche.
Intervenendo al Festival del Lavoro Boeri ha affermato che “la classe dirigente deve spiegare agli italiani che questo è un problema ed è immediato perché anche ammettendo che gli italiani riprendano a fare figli ci vorranno almeno 20 anni prima che inizino a versare contributi mentre gli immigrati versano subito”.
E parlando alla presentazione della relazione annuale dell’Inps a Montecitorio, ha detto che l’Italia ha bisogno di aumentare” l’immigrazione “regolare” e che la domanda di lavoro immigrato in Italia “è forte”, ha spiegato, perché sono “tanti i lavori che gli italiani non vogliono più svolgere”.
Non è la prima volta che il presidente dell’INPS cita questi dati. E a proposito, l’attuale ministro Paolo Savona aveva scritto nel luglio del 2017 una lettera aperta a Boeri nella quale si legge:
“Caro Boeri,
avevo letto le tue dichiarazioni sul ruolo degli immigrati nel sistema pensionistico italiano e le avevo cercate inutilmente nella Relazione annuale dell’INPS, ma le ho trovate solo negli estratti stampa di un tuo intervento in uno dei tanti inutili e confusionari incontri che si tengono in Italia”.
Secondo Savona le statistiche di Boeri sullo stato del sistema pensionistico non erano “sufficienti” e anzi erano “devianti”, perché accompagnate “con interpretazioni che inducono a una valutazione distorta della realtà”.
Il ministro osservava inoltre che dire che gli immigrati che trovano lavoro in Italia “hanno versato oneri sociali di rilevante entità che servono per pagare le pensioni degli italiani”, e ritenerli “perciò indispensabili”, induce a “ritenere che ogni opposizione all’accoglienza di immigrati che non tiene conto di questo vantaggio è errata, accreditando la politica fallimentare finora seguita in materia”.