SOSTANZA CANCEROGENA NEI FARMACI, AVVIATO IL RITIRO: ECCO I PRODOTTI INTERESSATI
Aifa avvia ritiro di lotti di farmaci contenenti il principio attivo valsartan
L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, ha avviato il ritiro di lotti di farmaci contenenti il principio attivo valsartan.
Le medicine che lo contengono sono utilizzate per curare l’ipertensione arteriosa, insufficienze cardiovascolari e viene somministrato anche a chi ha subito un infarto. A venderli sono diverse case farmaceutiche in varie tipologie: Valpression e Combisartan (Menarini), Valsodiur (Ibn Savio), Validroc e Pressloval (So.Se. Pharm), Valbacomp (Crinos), Valsartan Doc e Cantensio (Doc Generici), Valsartan Almus (Almus), Valsartan (Zentiva), Valsartan e Hct (Eurogenerici), Valsartan e Idroclortiazide (Pensa Pharma, Ranbaxy Italia, Teva, Doc Generici e Sandoz), Film (Sandoz), Valsartan Hctz (Tecnigen). L’Aifa pubblica sul proprio sito l’elenco completo dei farmaci ritirati.
L’Aifa e le corrispettive agenzie delle altre nazioni europee, dopo approfondite indagini, hanno riscontrato che il valsartan è contaminato da un agente cancerogeno, l’N-nitrosodimetilamina. Quest’impurezza è stata registrata nel valsartan prodotto dalla Zhejiang Huahai Pharmaceuticals a Chuannan, in Cina.
Valsartan è un antagonista del recettore dell’angiotensina II usato per trattare l’ipertensione e l’insufficienza cardiaca.
I pazienti trattati con le medicine elencate sopra potranno sostituire il farmaco con un altro tipo di valsartan o con un altro antagonista del recettore dell’angiotensina II. Per quelli che utilizzano l’abbinamento di valsartan e idroclorotiazide, sempre tra quelli elencati sopra, è consigliato utilizzare altri tipi di farmaci combinati o altri tipi di farmaci che contengono i principii attivi, ma separati.
“Se il farmaco che assumi non è tra quelli indicati nell’elenco, puoi continuare regolarmente il trattamento. Se sei in trattamento con uno dei prodotti sopra elencati, consulta il medico il prima possibile per passare ad altri farmaci,” ha commentato l’Aifa.
È comunque buona norma consultare il proprio medico per la modifica della terapia.