Antonio Di Pietro, profezia oscena: “Matteo Salvini come Silvio Berlusconi, vedrete che presto…”
“Matteo Salvini? È una umiliazione che mi fa vergognare di questi rappresentanti del popolo e dovrebbe far indignare qualunque cittadino”. Antonio Di Pietro, intervistato da Radio Cusano Campus, commenta così la richiesta del segretario della Lega di poter incontrare il presidente Sergio Mattarella dopo la sentenza sui fondi del Carroccio. “Un segretario di partito può anche dissentire da una sentenza, ma un ministro dell’interno che chiama in causa il Presidente della Repubblica affinché riprende i magistrati, vuol dire stravolgere l’impianto costituzionale e democratico del nostro Paese”, è la dura posizione dell’ex pm di Mani Pulite. Poi l’appello agli “amici” del Movimento 5 Stelle: “Vi rendete conto con chi vi siete associati? Vi siete associati con Berlusconi 2 la vendetta.
Se quello che sta facendo Salvini l’avesse fatto Berlusconi, il M5s sarebbe sceso in piazza. Quando uno si siede alla poltrona, Madonna come si appiccica!”. L’ossessione di Di Pietro per il Cav riemerge subito: “Fra poco assisteremo a quello che ha fatto Berlusconi che è andato al governo per farsi le leggi per non farsi processare. Faranno anche loro leggi per impedire ai magistrati di fare il loro dovere? Il problema grave è che adesso abbiamo un Berlusconi più giovane al governo, ne prendiamo atto. Quel che è più grave è che gli alleati di questo governo hanno ottenuto il consenso popolare perché si opponevano a questo. Oggi tacciono, ma il loro silenzio è un silenzio complice, è un silenzio criminale. Chi sta nelle istituzioni e viene condannato se la prende col magistrato, anziché correre dal magistrato a dimostrare la propria innocenza. Il problema è che innocente non è. È come quello che se la prende col medico perché gli dice che ha un tumore. Un ministro dell’interno non può dire che quella è una sentenza politica e che il Capo dello Stato deve intervenire contro i magistrati. Se non esiste più l’indipendenza del magistrato, è finita la democrazia. Anche io sono stato attaccato per aver fatto sentenze politiche, ma mica era colpa mia se quelli rubavano”.