Travaglio sul Decreto Dignità: ‘Renzi schiuma di rabbia, è quanto di più a sinistra si sia visto da decenni’
“In attesa di studiare nel dettaglio il primo decreto del governo Conte, abbiamo già la netta sensazione che contenga qualcosa di buono”.
Così Marco Travaglio sul Decreto Dignità approvato ieri in Consiglio dei Ministri.
Il giornalista spiega che però questo decreto ha già registrato l’ostilità di Confindustria, cioè “Pd renziano e calendiano”, “Mediaset cioè Forza Italia”, “aziende schiaviste che sfruttano i rider, “lobby biscazziera” e “Giornale Unico Rosicante”.
Quando si ha contro così tanta “bella gente”, osserva Travaglio, “sorge il sospetto che tu abbia ragione”. Un sospetto che diventa certezza, aggiunge, se poi a Confindustria, giornaloni e aziende “schiaviste” si aggiungono l’economista Giuliano Cazzola e il Giornale di Sallusti.
Il direttore del Fatto Quotidiano invita i lettori a mettersi nei panni di coloro che per mesi “ripetono in Italia e in Europa che questo è ‘il governo più di destra della storia repubblicana’”.
Per loro, continua Travaglio, “ora sarà un’impresa spiegare che il primo decreto del rinato Partito Nazionale Fascista è quanto di più a sinistra si sia visto da decenni”.
Secondo Travaglio il Decreto Dignità non è una rivoluzione, ma “è tutto relativo, visto chi c’era prima”.
Il direttore del Fatto passa quindi in rassegna i punti principali del decreto:
– Lotta alle aziende che prendono gli incentivi statali e poi delocalizzano e licenziano tutti
– Divieto di pubblicizzare il gioco d’azzardo
– Limiti al rinnovo dei contratti a tempo determinato
E aggiunge: “Fuori decreto, si lavora a un contratto collettivo nazionale per i lavoratori senza tutele del “food delivery”(il cibo a domicilio). E, fondi permettendo, al reddito di cittadinanza per chi cerca impiego e fa 8 ore settimanali di lavori socialmente utili”.
Poi l’affondo contro l’ex premier Matteo Renzi:
“Scavalcato a sinistra (ci voleva poco) da Di Maio, fra i pop-corn e la mega-villa, il povero (si fa per dire) Renzi schiuma di rabbia”.