Paolo Savona, la firma segreta sul documento di Giuseppe Conte: fa saltare le coronarie a Mattarella e Macron

L’Italia stavolta dice no. È il ministro degli Affari europei Paolo Savona, temutissimo dal Quirinale e da Bruxelles, ad annunciare la linea dura del nostro governo alla vigilia della due giorni di Consiglio europeo che su immigrazione ed economia potrebbe decretare la vita o la morte dell’Unione nei prossimi mesi.

Savona al summit non ci sarà, ma come sottolinea il Messaggero ha contribuito in modo sostanziale a redigere il documento che sarà la base della trattativa per il premier Giuseppe Conte. Sulla riforma della governance, Palazzo Chigi punterà i piedi di fronte alla proposta di un Fondo monetario europeo studiato da mesi da Angela Merkel ed Emmanuel Macron, una piccola troika franco-tedesca che potrebbe finire “per costringere alcuni paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare, in autonomia, politiche economiche efficaci”. Il timore dell’Italia è quella di finire come la Grecia e prima ancora che si scateni una tempesta finanziaria. “Siamo contrari – ha sottolineato il premier in aula, mercoledì – ad ogni rigidità nella riforma del Meccanismo europeo di stabilità, soprattutto perché nuovi vincoli al processo di ristrutturazione del debito potrebbero contribuire, proprio essi, all’instabilità finanziaria anziché prevenirla”.

Savona, dal canto suo, ha ricordato come l’Italia poggi su una forte attitudine al risparmio privato e una solida economia e la febbre da spread dipende, essenzialmente, non dalla sostenibilità del debito ma “dalle gravi lacune” dell’architettura europea. Da qui la sua proposta: dare più poteri alla Banca centrale europea.

 

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