Gambiano arrivato sui barconi preparava una strage in Italia. Meloni: “Legame migranti-terrorismo, la conferma”

NAPOLI – Arrestato un gambiano, sbarcato in Sicilia nel 2017, accusato di esser legato all’Isis e pronto a colpire l’Italia. Menomale che non esisteva nessun legame tra immigrazione e terrorismo. Unica soluzione per fermare i barconi e i potenziali terroristi: #BloccoNavaleSubito. È il commento di Giorgia Meloni su Twitter alla notizia dell’arresto del terrorista islamico a Napoli.

Sbarcato chissà dove e chissà quando. Ospitato e mantenuto in uno dei tanti centri d’accoglienza disseminati per il Belpaese, come gli obblighi imposti da Bruxelles e almeno tre governi dem, ci hanno indotto a fare (e a subire); fino a quando si è scoperto che anche lui, come tanti altri “colleghi” beccati prima di lui, e come riporta nel dettaglio in queste ore il messaggero online tra gli altri, «faceva parte di un gruppo approdato in Italia un anno fa, un gruppo legato all’Isis e pronto a colpire in Italia e in Europa».

Napoli, arrestato 34enne gambiano: era pronto a fare un attentato

La cellula dormiente ha il nome e il volto di un cittadino gambiano di 34 anni, arrestato in provincia di Napoli nell’ambito di un‘operazione antiterrorismo di Carabinieri e Polizia di Stato. Dalle indagini è emerso che l’uomo, Sillah Osman, era collegato a gruppi di potenziali terroristi di matrice islamica; l’ipotesi degli investigatori è che si stesse pianificando un attentato da compiere probabilmente in Spagna o in Francia. L’arresto segue quello dello scorso aprile di un altro cittadino gambiano, il 21enne Touray Alagie, che in un video registrato nel Centro di accoglienza per migranti di Licola aveva giurato fedeltà ad Abu Bakr Al Baghdadi, capo riconosciuto dell’Isis. Oggi, dunque, Sillah Osman, è stato intercettato e arrestato in provincia di Napoli, dove era approdato dopo una lungo periodo di permanenza in Puglia, e dove era stato ospitato in un centro accoglienza a spese dello Stato (e cioè di noi contribuenti) per l’accoglienza praticamente a tempo indeterminato degli immigrati. E così, mentre noi lo ospitavamo a pasti gratis e ricariche telefoniche, diarie e ricoveri notturni, lui tramava contro di noi alle nostre spalle, tentando di organizzare stragi e spargimento di sangue innocente per conto dell’Isis e in nome della jihad contro il nemico occidentale (da cui si è fatto accogliere e mantenere nel frattempo).

 

 

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