Moavero, la misura estrema: “Spero di no, ma se..”. Perché sugli immigrati l’Europa rischia la sua fine
Mai come in questo momento l’Europa è stata vicina alla sua fine politica. Non lo dice il “vulcanico” Matteo Salvini (che ha dato un anno di tempo a Bruxelles), ma un tecnico misurato come Enzo Moavero. Intervistato dal Messaggero, il ministro degli Esteri punta il dito contro le responsabilità europee sull’immigrazione, a poche ore dal vertice-farsa che non dovrebbe portare alcuna novità sul tema. “L’Europa, e non l’Italia, è la meta di tutte queste persone che fuggono a guerre, regimi autoritari o cercano un futuro migliore. Dunque, poiché la questione è europea, le soluzioni devono essere europee. Ma l’Ue è stata decisamente latitante, prevalgono i vari egoismi nazionali. L’attuale posizione italiana intende richiamare i partner ai valori comuni della responsabilità e della solidarietà”, spiega Moavero. Respingere le navi delle Ong non è una provocazione, ma un atto per “scuotere le coscienze degli Stati europei e delle istituzioni Ue”. L’Italia non chiede la revisione, ma il superamento del regolamento di Dublino perché sottovaluta i numeri attuali. “La stragrande maggioranza dei migranti non ha titolo al diritto d’asilo, migra per motivi economici ed è il 93% del totale degli arrivi in Italia”.